Ai Musei Capitolini Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma – A 300 anni dalla nascita, i Musei Capitolini celebrano Winckelmann con il Tesoro di Antichità di Roma, una mostra che narra il rilievo dello studioso nel mondo dell’arte e il museo nel 700
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”.
Queste le parole di Johann Joachim Winckelmann in seguito alla sua prima visita ai Musei Capitolini nel dicembre del 1755; Winckelmann, giunto nella Capitale da appena tre settimane non poté non rimanere estasiato dalla maestosità della sua collezione e dal rapporto che i visitatori potevano instaurare con le opere all’interno di uno scrigno di un vero e proprio Tesoro di Antichità di Roma. Gli scambi epistolari con i suoi amici fanno ben comprendere l’entusiasmo e la sorpresa che lo colse così come la frenesia di visitare il maggior numero di collezioni che lo travolse.

Ai Musei Capitolini Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma
Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma, la mostra
Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento, con una selezione di 124 opere che si sommano alla collezione permanente, alcune provenienti dai Musei Vaticani, si diffonde lungo tre sale espositive del Museo aprendo le porte delle Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, delle Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e delle Sale del Palazzo Nuovo in un percorso suggestivo tra le antichità ed il pensiero di un grande studioso ed amante dell’arte.
Winckelmann costituì una figura di enorme importanza per il mondo dell’arte; sino alla sua tragica morte avvenuta a Trieste nel 1768, si dedicò nel definire i criteri fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco gettando le basi per la moderna archeologia fondata sulla classificazione stilistica e cronologica delle opere.
LEGGI ANCHE Il Castello di Miramare a Trieste tra storia e leggenda
I Musei Capitolini nel Settecento
Una figura affascinante che i Musei Capitolini vogliono celebrare a 300 anni dalla nascita con una mostra che narra l’importanza del museo nel Settecento ed il rilievo di Winckelmann nella storia del patrimonio artistico della galleria, primo museo pubblico d’Europa destinato alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza e splendor di Roma”.

Ai Musei Capitolini Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma
Nella piazza cinquecentesca, opera di Michelangelo, si aprono i tre palazzi destinati a museo delle antichità già nel Cinquecento, quando Sisto IV donò al “Popolo Romano” quattro statue bronzee di inestimabile valore, la Lupa, lo Spinario, il Camillo e la Testa colossale di Costantino. Ben presto il nucleo di sculture collocate lungo la facciata esterna del Palazzo dei Conservatori fu arricchito grazie ad importanti acquisizioni; giunsero reperti sì dagli scavi urbani, ma vennero anche convogliate qui dal Vaticano tutte le statue considerate pagane da Pio V e per questo allontanate dal cuore della cristianità. A Clemente XII si deve l’apertura di una vera e propria sede museale (1734) con l’acquisizione di statue e ritratti dalla Collezione Albani. Nel 1797 a seguito del Trattato di Tolentino alcune sculture finirono in Francia ad arricchire i musei parigini; l’interessamento di Antonio Canova ne riportò buona parte a casa dopo la caduta dell’Impero napoleonico. Quella che segue è una storia di acquisizioni, recuperi e cambi di destinazioni di un museo da considerarsi uno dei più belli della Capitale, contenitore di un patrimonio inestimabile.
LEGGI ANCHE Luca Signorelli in mostra a Roma ai Musei Capitolini
Le opere che tornano a casa
Così la mostra si dimostra essere occasione unica per ricongiungere opere allontanatesi per le vicissitudini della storia e del tempo: tornano a ricongiungersi dopo trecento anni le sculture antiche delle Staatliche Kunstsammlungen di Dresda un tempo esposte a Palazzo Albani alle Quattro Fontane; le vedute ed i disegni in sanguigna dell’artista francese Hubert Robert (1733-1808) divise tra il Getty Museum di Los Angeles ed i musei di Valence e Valenciennes, testimonianza affascinate della piazza capitolina nella seconda metà del ‘700; o i ritratti dei papi e delle personalità del tempo opera di Pompeo Batoli (1708-1787) provenienti dal Museo del Prado e dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini.

Ai Musei Capitolini Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma
La bellezza delle opere esposte circonda il visitatore riempiendo gli occhi ed il cuore avvinto da cotanto splendore; si aprono lunghi e luminosi i corridoi che conducono alle sale ricolme di opere. Si rimane abbagliati dai materiali così lucenti e perfetti da sembrar provenienti da manifattura moderna; in una passeggiata nel tempo si possono ammirare alti tripodi in marmo, statue egittizzanti che si stagliano su fondali antichi, vedute e ritratti di un tempo che fu che donano un sapore onirico alla visita.

Foto di Zeno Colantoni
Ai Musei Capitolini Winckelmann e il Tesoro di Antichità di Roma
LEGGI ANCHE Canova. Eterna bellezza, la mostra a Palazzo Braschi
L’interpretazione di Winckelmann
La mostra offre un percorso espositivo suggestivo e fortemente immersivo in cui sono ricreati allestimenti espositivi andati perduti nel tempo, in cui “perdersi” come in un sogno settecentesco. Ad aiutare l’avventore anche l’ausilio della realtà virtuale per scoprire i luoghi in cui Winckelmann abitò, le biblioteche, le ville ed i palazzi che frequentò uno dei padri della moderna storia dell’arte. Un viaggio in cui le stesse opere raccontano la propria storia tramite una lettura operata dallo studioso che ne mette in evidenza l’influenza nell’interpretazione e nella valutazione stilistica dei capolavori capitolini.
Una celebrazione eccezionale del primo museo moderno creato per promuovere lo splendore e la bellezza di Roma per mezzo di un “Novello Colombo” innamorato dell’arte.
Ilenia Maria Melis
Il Tesoro di Antichità
Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento
fino al 22 aprile
Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio – Roma

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
Per maggiori info ABOUT