Nuovo appuntamento alla scoperta dei gioielli di una Roma nascosta che non smette mai di sorprendere; questa volta scopriremo la Cappella del Monte di Pietà, una gemma dell’architettura barocca rivestita di stucchi e marmi policromi.
Al numero 33 di Piazza del Monte di Pietà, all’interno dell’omonimo palazzo che dal 1604 ospita il servizio di prestito su pegno, sorge una piccola chiesa, sconosciuta a molti, che custodisce candide statue in marmo di Carrara inserite in architetture marmoree dal giallo al verde. Una gemma della Roma nascosta voluta dall’Arciconfraternita del Monte di Pietà che nel 1639 commissionò i lavori di ristrutturazione dell’omonimo palazzo e la costruzione della cappella a Francesco Peperelli, architetto attivo nella Capitale nella prima metà del XVII secolo.
Il Monte di Pietà
Al fine di combattere gli usurai, rispondere alle esigenze di credito dei poveri e strappare il monopolio dei prestiti ai banchi dei pegni che praticavano tassi di interesse molto alti, nel 1527 venne fondato, dal padre minorita Giovanni da Calvi, il Monte dei Pegni.

Solo nel XVII l’istituto si trasferì nell’odierno palazzo dopo un periodo di permanenza in via dei Coronari. L’edificio, prima residenza costruita nel 1588 per la famiglia romana dei Santacroce cui apparteneva il cardinale Prospero Santacroce, venne ampliato dopo il passaggio nel 1603 al Monte di Pietà.
A dirigere i lavori Carlo Mardeno e Francesco Borromini ai quali fu affidato il compito di adeguare il palazzo alla sua nuova funzione. Fu inoltre ampliata l’ala destra dove fu eretta la cappella.
La Cappella del Monte di Pietà
Nel 1639 i lavori di costruzione della Cappella del Monte di Pietà furono commissionati a Francesco Peperelli; a questi subentrò in un secondo momento Giovanni Antonio De’ Rossi che modificò la planimetria. A concludere i lavori, rispettando il progetto originale a pianta circolare, fu però Carlo Francesco Bizzaccheri nel 1730 che adornò la chiesa di preziosi marmi e ricche sculture.

Oro e luce
Il colpo d’occhio entrando nella cappella è sorprendente: la luce filtra dalla cupola riflettendo sui candidi marmi e gli stucchi dorati. Un moltiplicarsi di bagliori sfolgorante. Una ricchezza di stucchi nella cupola che si tinge di bianco, d’oro e di luce che porta alla mente la chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, progetto di Gian Lorenzo Bernini. Nella sontuosa cupola, cornici e tralci vegetali in stucco dorato mettono in connessione i medaglioni, realizzati da Michele Maglia, Lorenzo Ottoni e Simone Giorgini, raffiguranti i momenti salienti della nascita del Monte di Pietà.

Si resta subito colpiti dalla bellezza del medaglione ovale al centro della volta in cui spicca, all’interno di una ghirlanda di fiori aurei, il rilievo di Michele Maglia raffigurante il Padre Eterno attorniato da angeli. Una perfetta rispondenza ripetuta nella specchiatura di marmo del pavimento. Giochi di contrasti cromatici in cui la lucentezza si dissolve per contrasto nelle porte lignee lungo le pareti.
La pala d’altare
In fondo, a sovrastare l’altare, una pala in marmo di straordinaria fattura opera di Domenico Guidi, nativo di Carrara. Figlio d’arte (suo zio fu uno degli scultori più importanti di Napoli), aveva il marmo che gli scorreva nelle vene. Protagonista della scena la Pietà, immagine insita nel Monte, in un episodio desunto dalla tradizione medievale delle laudi di Jacopone da Todi. La Vergine cinge tra le sue braccia le spoglie del Salvatore; un pathos drammatico a cui partecipano persino gli angeli, rotto solo dalla prospettiva della Resurrezione preannunciata da una colomba.

Riconoscibile l’eredità della scultura napoletana nei non finiti delle rocce; un’imperfezione rende la pala moderna grazie alla sua capacità cromatica di catturare la luce riflettendola in alcuni punti, imprigionandola in altri.
Le decorazioni tra Virtù e Antico Testamento


Ai lati dell’altare, lungo le pareti ricurve della Cappella si aprono nicchie che accolgono la statue delle Virtù teologali: Fede, Speranza e Carità a cui si aggiunge l’Elemosina, allegoria dell’aiuto dato dalla confraternita ai bisognosi.

Due bassorilievi a destra e a sinistra dell’altare completano l’apparato decorativo della cappella con episodi dell’Antico Testamento: Tobia e l’Angelo, opera di Pierre II Le Gros e Giuseppe in Egitto di Jean-Baptiste Théodon.
Con gli occhi ancora abbagliati da tanto splendore terminiamo il nostro viaggio alla scoperta di un nuovo angolo della Roma nascosta. Appuntamento al prossimo scrigno di bellezza da scoprire insieme.
Ilenia Maria Melis
Cappella del Monte di Pietà – Palazzo del Monte di Pietà
Piazza del Monte di Pietà, 33 – 00186 ROMA
06.54451

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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