Doppia mostra a Palazzo Barberini: Ecce Homo e Gotico Americano – Palazzo Barberini raddoppia con ben due mostre che offriranno ai visitatori l’occasione per ammirare opere inestimabili di artisti che hanno saputo con il loro genio mutare il mondo dell’arte: Gotico americano. I Maestri della Madonna Straus e La stanza di Mantegna. Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi. Due esposizioni che spaziano dal collezionismo francese con il celebre “Ecce Homo” di Mantegna a quello americano con le Madonne dorate dei pittori toscani tra XIV e XV secolo.
A Palazzo Barberini in mostra Ecce Homo e Gotico Americano, in un viaggio dalle Madonne di XIV e XV secolo sino al Mantegna.
Ecce Homo

Il corpo che nel candore lascia intravedere i dolorosi segni della flagellazione; il volto sofferente i cui sono incastonati occhi che attendono un epilogo ormai annunciato. Al collo un cappio, i polsi legati tra loro si stringono al torace emaciato; la corona di spine si insinua nella carne sanguinante. Ecce Homo, “Ecco l’uomo” tuona crudelmente Ponzio Pilato, governatore romano della Giudea, mostrando Gesù flagellato. Un’opera con cui Andrea Mantegna sintetizza un episodio dei Vangeli trasponendo su tela il forte pathos del momento.
Un gioco prospettico che mette in primo piano il protagonista lasciando alle sue spalle gli accusatori, in ombra, che sorridono in un ghigno malefico; un’aurea delicata cinge il capo di Cristo che è messo ancor più in risalto dalla lucentezza di un incarnato senza peccato.
La stanza di Mantegna

Non solo Ecce Homo, sintesi di inizio Cinquecento tra pittura devozionale e costruzione scientifica delle forme anatomiche e dello spazio. Altre cinque le opere in mostra raccolte dal celebre collezionista Edouard André e da sua moglie Nélie Jacquemart lasciate in eredità, assieme alla loro prestigiosa collezione, allo Stato francese. Tra queste un altro capolavoro del Maestro in giovane età, la Madonna con il Bambino tra i santi Gerolamo e Ludovico Tolosa, testimonianza di una reinterpretazione mantegnesca del soggetto mariano; una rappresentazione ampiamente trattata in area veneta dalla bottega di Giovanni Bellini con cui lo stesso Mantegna era in contatto.
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Il Gotico americano

Due dipinti tra loro complementari, la Madonna con il Bambino del Maestro Senese della Madonna Straus e la Madonna con il Bambino del Maestro della Madonna Straus. Pezzi rari del Trecento italiano riuniti dal raffinato gusto dei due collezionisti, Edith Abram e Percy Selden Straus, vittime del naufragio del Titanic del 1912.
A questi si pone accanto la Madonna di Palazzo Venezia, in passato messa in connessione con il Maestro della Madonna Straus.
Ma chi era il Maestro della Madonna Straus?

L’identità ancora non è certa, tanto che il nome indica, in questo caso, due pittori differenti. Uno attivo a Firenze, l’altro a Siena. Un artista che ancora non si discosta dalla figura dell’artigiano, ma in grado di elaborare la materia con cura ed attenzione. Una caratteristica riscontrabile nel trattamento dell’oro che incornicia la Vergine facendone risaltare la bellezza.
Una pittura che non teme ripetizioni inseguendo desideri di contemplazione in cui gli sguardi pensosi e le amorevoli carezze sono manifestazione di spontaneità devozionale. Un momento intimo di amore materno offerto con eleganza allo spettatore.
Ilenia Maria Melis
La stanza di Mantegna. Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi
Gotico americano. I Maestri della Madonna Straus
Palazzo Barberini
via delle Quattro Fontane, 13 – Roma
fino al 27 gennaio 2019

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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