Mancano pochi giorni a Natale e nell’aria risuonano i jingle e le colonne sonore che aiutano ancor di più ad entrare in questa magica atmosfera. E mentre nelle vostre case si diffonde il profumo di cannella misto a zenzero e vaniglia, vi porto in giro per l’Italia tra i dolci della tradizione natalizia. E se avrete pazienza, alla fine ecco anche un regalo. Che aspettate: forza, partiamo!
Tra regali e cenoni è arrivato il momento di pensare anche a come imbandire le nostre tavole cercando di lasciare un po’ di spazio anche al dolce. Uno dice Panettone ed è subito Natale; per non parlare poi del Pandoro, che con il gran lievitato milanese si contende il primato dei dolci più amati nelle feste.
Ma non di solo panettone e pandoro si vive a Natale; ecco quindi una veloce carrellata dei dolci tipici della tradizione natalizia italiana. Lo sapevate che ogni regione vanta più di un dolce dedicato a questo periodo?
Il Panforte di Siena (Toscana)

Di Ellen Forsyth – https://www.flickr.com/photos/ellf/4159423994/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37605070
Fino al X secolo il Panforte era un dolce della tradizione povera realizzato solo con acqua e farina (una sorta di focaccia) resa più dolce dall’aggiunta di miele e frutta in pezzi. Successivamente la sua preparazione fu demandata alla corporazione dell’Arte dei Medici e Speziali di Siena; destinato ai nobili per l’alto costo di ingredienti come frutta candita, mandorle e spezie che a quei tempi ben pochi potevano permettersi.
Nel tempo la ricetta rimasero invariati fino al 1879 quando uno speziale apportò alcune modifiche in occasione della visita della regina Margherita: la concia di melone fu eliminata e la copertura di pepe venne sostituita con quella più delicata di zucchero giunta sino ai nostri giorni.
Il Pangiallo (Lazio)
Tra i dolci più antichi, il Pangiallo deve la sua origine all’epoca romana, più precisamente all’epoca imperiale. Il suo colore giallo dorato era di buon auspicio nell’attesa del ritorno del sole; per questo veniva distribuito proprio durante la festa del solstizio d’inverno.
Una pastella d’uovo racchiude ancora oggi un cuore di frutta secca, miele e cedro candito da donare alle persone care. Una curiosità: le massaie romane in passato usavano sostituire le più costose mandorle e nocciole con i noccioli della frutta estiva (prugne e albicocche).
Lo Zelten (Trentino Alto Adige)
La frutta secca rimane una certezza per questo periodo e lo Zelten non è da meno: un dolce invernale ricco di canditi, noci e mandorle tipico della tradizione Trentina. Citato nei trattati culinari, lo Zelten è noto sin dal 1700. Il suo nome deriva dal tedesco selten, a volte, a sottolineare l’eccezionalità della sua preparazione dedicata alle feste natalizie.
La sua ricetta varia da zona a zona ma si individua una base comune che vede il dolce composto di farina,uova, burro, zucchero, lievito, noci, mandorle, pinoli, fichi secchi e uva sultanina.
La Gubana (Friuli)

Di Eric Fung from Toronto, Canada – Gubana – Interior, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59289079
Rimaniamo ancora a nord con la Gubana, dolce tipico delle valli friulane preparato per le occasioni speciali.Una pasta lievitata dolce avvolge in una chiocciola noci, zucchero, uvetta,pinoli, scorza di limone e grappa, immancabile in Friuli!
Preparato in occasione della visita di papa Gregorio XII a Cividale del Friuli, il dolce è noto sin dal 1409. Secondo alcune interpretazioni etno-gastronomiche la Putizza (in sloveno putica), dolce tipico della Slovenia,corrisponderebbe alla Gubana di cui sarebbe una variante.
Il Parrozzo (Abruzzo)

CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1637345
Dolce abruzzese della provincia di Pescara, il Parrozzo fu ideato e preparato nel 1920 da Luigi D’Amico,titolare di un laboratorio di pasticceria a Pescara. Questi fece un dolce dalle sembianze rustiche, per questo detto panerozzo, da cui deriva il nome. Una pagnotta semisferica giallo oro richiamava la preparazione del pane contadino a cui il pasticcere aggiunse la farina di mandorle. Lo scuro della crosta dato dalla bruciatura del pane cotto a legna fu sostituito con la copertura di cioccolato.
Gabriele d’Annunzio fu il primo ad assaggiare questo dolce; estasiato dal suo sapore, scrisse un madrigale la Canzone del parrozzo.
“È tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce… e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…”. Gabriele D’ Annunzio
Il Bostrengo (Marche)
Ci spostiamo nelle Marche alla scoperta del Bostrengo, dolce povero realizzato con ingredienti presenti nelle dispense di ogni casa. Riso, pane, zucchero, mele e miele per un dolce svuota credenza dal gusto antico che nei secoli si è arricchito di ingredienti sfiziosi quali cacao e rum prima difficili da reperire anche per il loco alto costo.
Il Panpepato (Umbria)
Dolce umbro molto diffuso nell’Italia Centrale, il Panpepato è un dolce tondeggiante della provincia di Terni. Preparato sin dal XVI secolo, deve la sua origine all’Oriente da dove provenivano le spezie trasportate dalle carovane utilizzate per la sua preparazione. La tradizione italica ne ha poi contaminato la ricetta aggiungendo sapori nostrani come le noci, il miele ed il mosto cotto.
Preparato rigorosamente dai ternani l’8 dicembre, il Panpepato è un dolce casalingo da scambiare secondo tradizione accompagnato da un rametto di vischio.
Cuccureddi o Buccellati (Sicilia)
Fichi secchi, mandorle, noci, nocciole, limone, cannella, vaniglia e miele sono tra i deliziosi ingredienti dei Cuccureddi o Buccellati. Racchiusi in una sottile frolla tutti questi ingredienti compongono un dolce di non facile esecuzione che si tramanda ormai di generazione in generazione. Un cuore dolce e morbido in cui sono racchiusi i sapori e le tradizioni siciliane, i profumi e la storia.
Un nome che è tutto un programma, Buccellati, e deriva dal tardo latino buccellatum che significa sbocconcellato, perché non si può proprio smettere di mangiarli!
Gli Struffoli (Campania)
Concludiamo il nostro viaggio con un dolce tipico campano ma che possiamo trovare anche in altre regioni del sud Italia: gli Struffoli. Piccole palline avvolge nel miele e ricoperte di codette colorate per un trionfo di sapore e gusto. Pochi ingredienti: farina, uova,strutto, zucchero per queste dolci palline che una volta fritte compongono una corona dorata.
Anche se si riconducono generalmente al napoletano, sembra che gli Struffoli abbiano origine nella Magna Grecia; nella cucina greca infatti nella cucina greca esiste ancora una preparazione simile, i loukoumades (ghiottonerie).

Ma dopo tutto questo viaggio sicuramente avrete l’acquolina in bocca; ecco quindi la mia ricetta per preparare gli struffoli.
Ingredienti:
- 5 uova
- 80 g zucchero
- 80 g strutto
- 50 g rum
- 500 g farina 00
- sale
- 400 g miele
- confettini colorati
Procedimento:
Amalgamare insieme le uova con lo zucchero, lo strutto, il rum, la farina ed il sale. Formare dei salamini e tagliarli in piccoli pezzi. Friggerli in olio fino a farli dorare. Scaldare il miele in un pentolino ed unire gli struffoli amalgamando bene. Disporre nei pirottini o dare la forma che si desidera; decorare con i confettini colorati.
Il dolce è servito! Non mi resta che augurarvi Buon Natale!
Ilenia Maria Melis

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
Per maggiori info ABOUT
Mi è venuta fame a leggere di questi dolci! Non vedo l’ora che passi questo mese di novembre per godere dell’atmosfera natalizia. Magari ci fa ritornare un po’ il sorriso!
Speriamo ci rallegri un pochino e di non vivere con stress anche questo momento