I colori degli Etruschi alla Centrale Montemartini – In mostra, fino al 1 novembre 2020, i Colori degli Etruschi alla Centrale Montemartini di Roma, un’importante selezione di lastre parietali figurate e decorazioni architettoniche a stampo in terracotta policroma provenienti da Cerveteri. Testimonianze della pittura etrusca, in parte inedite e sottratte al fenomeno di dispersione del patrimonio archeologico, rientrate in Italia grazie all’azione di contrasto del traffico illegale di reperti archeologici dell’Arma dei Carabinieri e dell’azione diplomatica del Mibac. Un’esposizione ad ingresso gratuito per i possessori della MIC.
La dispersione del patrimonio archeologico
Fin dagli anni Sessanta del secolo scorso gli scavi di frodo hanno arrecato un grave danno dal punto di vista della dispersione del patrimonio archeologico rendendo, peraltro, difficile l’attività di investigazione internazionale che nel 1995 ha portato alla confisca di 3000 reperti archeologici nascosti nei caveaux di Ginevra. Un importante colpo contro i predatori dell’arte che ha portato alla ricerca di approcci che controllassero il traffico di opere tramite convenzioni internazionali come il trattato stipulato dall’UNESCO nel 1970 in cui si vietano esportazione ed importazione di beni provenienti da scavi abusivi. Settanta gli stati firmatari, tra cui l’Italia.
Negli ultimi anni la situazione contro i cacciatori d’arte è nettamente migliorata tanto che nel 1988 due tra i più importanti musei di arte artica del mondo, il British Museum di Londra e l’Antikenmuseum di Berlino hanno pubblicato la Dichiarazione di Berlino con cui si propone lo scambio internazionale di prestiti andando così a scoraggiare acquisti illeciti da parte di musei stranieri. Il tempo ha poi smosso anche paesi come Svizzera e America, focolai in cui brulica il commercio illecito di Beni Culturali, che hanno finalmente aderito ad accordi e convenzioni internazionali per la protezione del patrimonio archeologico (Parigi 1970, La Valletta 1992, Unidroit Roma 1995).

Il recente accordo stipulato nel 2016 a Roma con il Museo Ny Carlsberg di Copenhagen ha consentito la restituzione di importanti reperti laziali tra i quali spiccano un carro con splendida decorazione bronzea risalente al IV secolo a.C., raffinate decorazioni architettoniche, frammenti di lastre dipinte da Cerveteri. Tra tutti, il celebre cratere di Euphronios, opera di uno dei più importanti artisti della ceramica ateniese di VI secolo a.C., divenuto simbolo inconsapevole della lotta contro il traffico illecito oggi esposto presso il Museo Archeologico di Cerveteri.
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I colori degli Etruschi
Il recupero delle lastre dipinte di Cerveteri scrive un importante pezzo di storia nella pittura etrusca pur con qualche difficoltà dovuta all’asportazione dei reperti fuori dal contesto originale. Nonostante questo le informazioni che derivano dallo studio delle lastre mettono in evidenza una raffinatezza di esecuzione fino ad ora nota solo grazie a sporadici esempi presenti nelle più importanti collezioni museali nazionali ed internazionali. Gli interventi di restauro e le analisi scientifiche condotte dalla Sovrintendenza hanno restituito una visione complessiva dei reperti quali tessere di un puzzle di cui nel tempo si sono smarrite alcune tessere ma che, per la vivacità dei colori ed i soggetti raffigurati regalano un suggestivo scorcio sull’arte etrusca ora fruibile anche dal pubblico nella mostra Colori degli Etruschi. Tesori di terracotta alla Centrale Montemartini.
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Le lastre dipinte da Cerveteri
L’arrivo nelle città etrusche, nel VI secolo a.C., di artigiani provenienti dalla Grecia portò all’uso di dipingere su lastre di terracotta, poi applicate alle pareti degli edifici in fregi continui. Gli scavi condotti nell’Ottocento dal barone Campana portarono alla scoperta di questo tipo di reperti rimasti fino ad allora sconosciuti. Poi una serie di scavi, tra clandestini ed ufficiali, riportarono alla luce altri esempi di lastre dipinte che nel tempo hanno restituito un quadro più completo di quello che fu la pittura nel mondo etrusco.

L’intenso e difficile lavoro di studio sui frammenti ha portato a ricomporre un mosaico di oggetti provenienti da Cerveteri accostati per caratteristiche tecniche, decorazione e tematica. Le indagini archeometriche hanno permesso di individuare le tecniche di cottura dell’argilla nonché le modalità di decorazione eseguita, così come per i vasi ceramici, prima della cottura. Lavorazioni che sottintendono la forte conoscenza dei materiali da parte degli artigiani etruschi, di una resa finale visibile solo in seguito alla cottura dei pezzi. Materiali che riproducevano su terracotta ciò che era più frequentemente in materiale ligneo, sicuramente di meno pregio e meno durevole, e applicato alle strutture pubbliche a decorare pareti ed acroteri.
Ma quali i temi delle decorazioni? Divinità e mitologia, atleti, guerrieri, danzatrici e musici, tematiche di grande fortuna nell’arte greca ed etrusca raffrontabili anche con reperti ceramici che ne testimoniano la diffusione.

Colori degli Etruschi. Tesori di terracotta alla Centrale Montemartini è una mostra che congiunge oggetti separati dal tempo restituendo uno scorcio di arte etrusca per lungo tempo rimasto nell’oblio della frode; una mostra che cade nel cinquantenario dell’istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e che ne celebra l’impegno costante nell’azione di contrasto al traffico illegale di opere d’arte in Italia.
Ilenia Maria Melis
Colori degli Etruschi. Tesori di terracotta presso la Centrale Montemartini
Centrale Montemartini
via Ostiense, 106 – Roma
fino al 1 novembre 2020

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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