I voli dell’Ariosto. Letteratura ed arte figurativa a Villa d’Este – Fino al 30 ottobre 2016 una mostra celebrerà, all’interno dell’incantevole cornice di Villa d’Este a Tivoli, la stretta connessione tra arte figurativa e letteratura a cinquecento anni dalla prima edizione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto; I voli dell’Ariosto, una mostra epica per ripercorrere l’inteso impatto che il poema esercitò nel tempo tra fortuna e suggestioni.
Ludovico Ariosto in mostra Villa d’Este a cinquecento anni dalla prima edizione dell’Orlando furioso (1516); il Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, celebra l’anniversario con una mostra che intende ripercorrere l’intenso impatto che il poema esercitò, sin dalla sua stesura fino ad oggi, sulle arti figurative: I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti.
La location
Un’esposizione culturalmente forte, allestita nello splendido scenario di Villa d’Este, che contribuisce a svelare tracciati poco noti del poema in connessione con la struttura che la accoglie; Ippolito II d’Este, che fece costruire e decorare, tra gli anni sessanta e settanta del Cinquecento, questa villa di delizie, nipote del cardinale Ippolito I a cui era stato dedicato il Furioso, non solo è citato più volte nel poema, ma ebbe modo di frequentare l’Ariosto negli anni della giovinezza trascorsi presso la corte ferrarese. Una struttura che mantiene il suo carattere rinascimentale, a cui è affidato un immaginario che ben si sposa con quello proprio del poema di Ludovico Ariosto. Villa d’Este, parco ariostesco ma non in senso letterario; giardino di sorprese che cela angoli inaspettati in un continuo percorso in cui non si conosce mai la meta, così come nell’Orlando Furioso.
Nelle splendide sale affrescate convergono opere di varie tipologie e tecniche artistiche: sculture, dipinti, arazzi, disegni, ceramiche, medaglie, incisioni, libri illustrati capaci di emozionare il visitatore, catapultando in un’era mitica senza tempo. Un itinerario cronologico che segue le suggestioni e la fortuna, visiva e letteraria, del poema. Il percorso si apre al piano nobile della villa, negli appartamenti del cardinale, con la prima sala dedicata ai volti dell’Ariosto: dipinti ottocenteschi che vogliono celebrare il mito dell’Ariosto, un personaggio mitico capace di imporsi come eroe, in grado di suscitare il rispetto anche dei briganti della Garfagnana che, dapprima desiderosi di derubarlo, si prostrano ai suoi piedi una volta riconosciuto. (L’Ariosto rispettato dai briganti, Jean-Baptiste Mauzaisse, 1817).
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Il focus della mostra
Punto focale della mostra, la prima edizione dell’Orlando furioso del 1516, opera in quaranta canti scritta in stile ferrarese, differente da quella maggiormente conosciuta del 1532; un successo inaspettato che il testo ad una forte circolazione, anche nelle classi più basse della società. Esposte le prime tre storiche edizioni attraverso le quali si arrivò alla stesura definitiva.
In contemporanea con la pubblicazione della prima edizione del poema nel 1516, nasce una nuova iconografia ariostesca emblematicamente rappresentata dal dipinto di Dosso Dossi raffigurante la follia di Orlando, ove il bel giovane innamorato diviene una figura satiresca che tenta di rubare l’anello portato al collo da Angelica, impassibile all’imminente insidia, certa della via di fuga rappresentata dalla vera (Dosso Dossi, Ninfa e Satiro). Recenti indagini diagnostiche hanno confermato l’opera di Dosso Dossi come la più antica rappresentazione iconografica ariostesca, in anticipo, persino, sulla prima pubblicazione a stampa del poema.
La Gerusalemme liberata
Nel corso del Seicento gli episodi tratti dall’Orlando furioso vengono riproposti su grandi tele, in una produzione alimentata anche dall’uscita concomitante della Gerusalemme liberata del Tasso; opere di committenza medicea dominate dall’interpretazione degli episodi maggiormente edificanti dell’eroe in una una cultura dilagante in tutte le arti a partire dal Cinquecento.
Paesaggi che ricreano, tramite le abili e leggere mani di pittori come Bisi, D’Azeglio e Bezzuoli, romantiche distrazioni in cui la follia viene rappresentata dalla nudità di Orlando che strappa l’incisione d’amore dall’albero, o lottando contro un pretendente in un’atmosfera fatata. Ruggiero, in sella al suo ippogrifo, animale fantastico creato da Ariosto, scende a salvare Angelica nell’opera di Ingres; uno studio profondo di armi, illustrazioni cinquecentesche ricomposte magistralmente (Jean Auguste Dominique Ingres, Ruggiero libera Angelica, 1841). Gesti più convulsi, colpi di pennello decisi, un colorismo imperante con cui Delacroix traduce in pittura temi poetici difficili da trasporre in immagini (Eugène Delacroix, Ruggiero libera Angelica).
Protagonista della diffusione di edizioni illustrate dell’Orlando furioso fu Gustave Doré, di cui sono esposti in mostra una selezione di 35 disegni originali ove si dispiega la sua inesauribile fantasia.
Il teatro di Ronconi
L’ultima sezione, che conclude la mostra, rende omaggio allo spettacolo di Luca Ronconi nel luglio del 1969, poi riproposto in altre sedi, nonché in versione televisiva nel 1975; una rappresentazione en plein air che segna la rivoluzione del teatro, in cui le scene sono disseminate nella piazza di Spoleto consentendo, così, la simultaneità delle azioni. Esposte anche le splendide sequenze fotografiche realizzate da Ugo Mulas in occasione della messa in scena dello spettacolo ronconiano in piazza del Duomo a Milano, assieme ai disegni preparatori delle scenografie e dei costumi realizzati da Pier Luigi Pizzi per la versione televisiva. Al piano inferiore, nella Sala della Fontana, l’ultima suggestione ronconiana: i cavalli ideati da Pier Luigi Pizzi dialogano con gli alberi e le foglie che invadono l’ambiente cinquecentesco splendidamente affrescato. E quasi sembra udire l’eco dei versi del Furioso declamati da Lucrezia Borgia, madre di Ippolito II, erede di quel paesaggio delle delizie proprio negli ambienti cavallereschi, di quei giardini che meravigliosamente ricalcano le intenzioni dell’Ariosto.
Non solo arte
Per l’intero periodo della mostra che Villa d’Este dedica a Ludovico Ariosto, nelle serate estive, sarà possibile assistere a concerti volti ad indagare come il filone dell’Orlando furioso abbia ispirato i compositori europei. Arricchiranno la proposta altri spettacoli con letture, proiezioni ed intermezzi musicali visionabili sul sito della manifestazione.
Ilenia Maria Melis
I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti
Villa d’Este
Piazza Trento, 5 – 00019 Tivoli (Roma)

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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