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Il romanzo della pittura di Sergio Ceccotti

    Sergio Ceccotti La robe verte
    Sergio Ceccotti (foto di Martina Ceccotti)
    Sergio Ceccotti (foto di Martina Ceccotti)

    Romano, classe ‘35, svolge la sua attività tra Roma e Parigi. Allievo di Oskar Kokoschka, si forma tra Salisburgo e Roma frequentando, dal 1956 al 1961, corsi di disegno presso l’Accademia di Francia. Tra la fine degli anni ‘50 e la metà degli anni ‘60 il suo lavoro mostra l’influenza del cubismo, della pittura metafisica di Giorgio de Chirico e della pittura tedesca degli anni ‘20. Dagli anni Sessanta le sue opere divengono un crogiolo di fonti eteroclite come la cinematografia, la televisione, il fumetto, l’enigmistica, la letteratura. Da qui una visione del quotidiano più metafisica, più misteriosa, che cela storie non visibili sin da subito.

    Un pittore solitario che non si accostò ad alcuna corrente artistica, riconosciuto come il padre della figurazione italiana.

     

     

    Sergio Ceccotti, Hiver à Montmartre, 1991. Olio su tela, 50 x 150 cm. (Collezione Valerio Ceccotti, Roma). Foto di Riccardo Ragazzi
    Sergio Ceccotti, Hiver à Montmartre, 1991. Olio su tela, 50 x 150 cm. (Collezione Valerio Ceccotti, Roma). Foto di Riccardo Ragazzi

    Un romanzo della pittura di Sergio Ceccotti riassunto in circa 40 opere che spaziano tra il 1958 ed i giorni d’oggi; un condensato di esperienze, dalle suggestioni neocubiste all’espressionismo tedesco, fino ad un realismo personale che presuppone una visone pittorica colta e raffinata con velati richiami alle opere di Hopper, alla Pop art americana di Roy Lichtenstein. Una pittura sintetica che fonde realismo e assenza di realismo; caratteristiche per Nietzsche indispensabili a suggellare un’opera d’arte.

    Uno storytelling preciso con immagini che evocano sensazioni, fotogrammi in cui ogni osservatore può leggere ciò che riesce a percepire secondo i condizionamenti del proprio stato d’animo, del proprio vissuto.

    Immagini che si susseguono come in una pellicola di Alfred Hitchcock, che celano inquietanti enigmi in appartamenti borghesi e stanze anonime, preludio del dramma o atto seguente.

    Atmosfere evocative in cui gli oggetti sono messi in ordine seguendo il lato onirico dell’arte in cui uno sguardo attraversa pareti, dilata finestre, apre porte (La robe verte, 2008). Misteri che si fanno tangibili con la materia pittorica, che prendono forme visibili (La signora X e l’uomo invisibile, 1981).

    Sergio Ceccotti, Avventura & mistero, 1966. Olio su tela, 70 x 35 cm. Foto di Riccardo Ragazzi
    Sergio Ceccotti, Avventura & mistero, 1966. Olio su tela, 70 x 35 cm. Foto di Riccardo Ragazzi

    Opere che si accostano al cinema inseguendo una pittura per indizi che induce ad approfondire la storia. Una vivacità di colori, forme e soggetti che conduce al voyeurismo nel tentativo di cogliere i dettagli che popolano i quadri di Ceccotti. Un invito a scoprire cosa si cela dietro quella porta semiaperta rappresentata nei dipinti dell’artista.

    Nessi tra gli oggetti stravolti per estro artistico, per licenza creativa, così da risultare surreali, enigmatici. Un’analogia tra le arti in quadri strettamente legati al romanzo, che offrono a chi li guarda lo spunto per immaginare storie, narrazioni che sono diverse da persona a persona.

    A corredo della mostra il documentario inedito su Sergio Ceccotti dal titolo Cercando il Signor S. (2018) prodotto e realizzato da RUFA – Rome University of Fine Arts.

    Ilenia Maria Melis

    Sergio Ceccotti. Il romanzo della pittura 1958-2018

    fino al 14 ottobre 2018

    Palazzo delle Esposizioni

    via Milano, 13 – Roma

    www.palazzoesposizioni.it

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