In mostra l’obiettivo sensibile di Robert Mapplethorpe – In occasione del trentesimo anniversario della morte di Robert Mapplethorpe la Galleria Corsini di Roma dedica al celebre fotografo una mostra, una monografica che vuole mettere in luce aspetti del lavoro di Mapplethorpe in assonanza con gli spazi del collezionismo settecentesco. Un’incursione nell’arte contemporanea a Palazzo Corsini che cattura lo sguardo dello spettatore creando connessioni inedite tra opere temporalmente così distanti.
Gli scatti di Robert Mapplethorpe in mostra a Roma alla Galleria Corsini con Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile, un’esposizione che condensa in quarantacinque opere i temi principali dell’opera artistica del fotografo: tra nature morte, paesaggi, composizioni rinascimentali e statuaria classica per un viaggio nel pensiero appassionato di un amante dell’arte.
Chi era Robert Mapplethorpe?
Roberth Mapplethorpe (1946 – 1989), un artista controverso, rivoluzionario, un maestro della fotografia del secondo Novecento che nel corso della sua vita ha esplorato l’universo del sadomaso spinto dal desiderio di essere oltre il suo tempo. Un grande collezionista, un avido raccoglitore di fotografie storiche; passione che condivideva con il compagno Sam Wagstaff.

Venuto dall’America suburbana, Mapplethorpe trovò nella fotografia la realizzazione della sua arte; dapprima inserì alcune polaroid in collage che espose nella sua prima personale alla Light Gallery di New York nel 1973. Poi, dopo due anni, iniziò a ritrarre amici, artisti, musicisti, stelle del cinema e membri della comunità sadomaso. Esiti di sicuro impatto, da alcuni ritenuti scioccanti, sia per i contenuti, sia per l’esito formale e la maestria tecnica utilizzata.
“Non mi piace la parola scioccante. Sono alla ricerca dell’inaspettato, di cose che non ho mai visto…ero in grado di fare quelle foto, sentivo l’obbligo di farle”. (Robert Mapplethorpe)
Nel 1980 l’incontro segnate della sua vita: quello con la prima campionessa mondiale di bodybuilding femminile Lisa Lyon, con la quale collaborò per diversi anni. Un connubio che diede vita ad una serie di ritratti, centinaia di fotografie manifesto di libertà intellettuale e fisica. Una ricca produzione di immagini che in questi anni sfidò gli standard estetici classici dei nudi, delle nature morte, dei ritratti, pur al contempo aderendovi.
L’obiettivo sensibile

Robert Mapplethorpe in mostra a Roma
Un occhio sensibile, un obiettivo sensibile, quello di Robert Mapplethorpe che trovò ispirazione nella fotografia dell’Ottocento, memoria profonda della storia dell’arte. Un’arte fotografica che volse il proprio sguardo alla grande ritrattista del jet set e che nella mostra presso Palazzo Corsini è accostata a ritratti scelti degli anni ‘70, nature morte, nudità, bellezze classiche ed ispirazioni rinascimentali.
Un’esposizione attraverso la quale si vuole catturare lo sguardo dello spettatore indirizzandolo verso la collezione permanente tramite un gioco di rimandi simmetrici e controllo formale in cui gli scatti di Mapplethorpe sono i protagonisti. Un susseguirsi di ossessioni perseguite dal fotografo durante tutta la sua carriera: immagini alla continua ricerca di euritmia, principi caratteristici di una galleria, con cui invitare l’avventore a guardare le opere oltre la propria cronologia in un gioco di connessioni tematiche e visive.
La selezione delle opere
Il criterio che ha guidato la selezione ha inseguito i principi di varietà e simmetria attraverso i quali si disponevano le opere nel Settecento addestrando lo sguardo e stimolandolo ad individuare assonanze e divergenze. Nature morte, paesaggi, studi del nudo in un dialogo basato sulla comparabilità e la risonanza tra i generi. Una parabola stereometrica che propone il nudo in tutte le sue forme rivelando in Mapplethorpe un grande osservatore e studioso delle iconografie. Come non notare l’ispirazione del ritratto di Holly Solomon (1976) alle estasi di Santa Teresa d’Avila (1647 – 1652) e della Beata Ludovica Albertoni (1674) scolpite da Gian Lorenzo Bernini.
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Robert Mapplethorpe in mostra a Roma
Le risonanze della poetica dell’artista con il luogo emergono preponderanti anche in Self Portait (1988, un autoritratto in cui la consapevolezza dell’imminente morte prende il sopravvento sulla vita. Una poetica messa in evidenza dallo sguardo del fotografo che emerge serioso dall’oscurità, visibilmente messo in secondo piano rispetto al teschio che decora il bastono a cui l’uomo si sorregge nell’ultimo tratto di vita.
Ritrattistica e forme
Immagini, ritratti in cui l’esercizio di forme e consistenze è studiato per conferire agli scatti una grana che diviene importante per la lettura dell’opera. Non solo fotografie, ma giochi astratti per far emergere i soggetti rappresentati e conferire dignità estetica attraverso l’uso di dettagli anche a temi poco considerati o ritenuti tabù.

Gli scatti di Robert Mapplethorpe in mostra a Roma
Nature morte che riprendono sia dal punto di vista tecnico che formale i temi caravaggeschi in un equilibrio perfetto tra luce ed ombra. Ma anche confronti tra la passione per la scultura e per l’esplicito richiamo a Michelangelo: citazioni classiche in cui i caratteri sessuali di fanno maggiormente espliciti assumendo talvolta intenti liberatori.
Fotografie magnetiche che con le loro sfumature tra il bianco e il nero si inseriscono nel tessuto di colori che ricoprono le pareti della Galleria Corsini in un gioco di assonanze, simmetrie e differenze. Una mostra che offre l’imperdibile occasione di guardare con occhi diversi alla collezione permanente rischiarata dalla luce della contemporaneità.
Ilenia Maria Melis
Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile
Galleria Corsini
Via della Lungara, 10 – Roma
fino al 30 Giugno

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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