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Jim Dine, la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Jim Dine la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Jim Dine sbarca al Palazzo delle Esposizioni di Roma con un’antologica che indaga, attraverso 80 opere datate dal 1959 al 2018, la sorprendente capacità di sperimentazione del linguaggio pittorico di un artista che ha saputo declinare le diverse sfumature dell’arte attraverso una ricerca d’avanguardia della pittura. Una fantasia trasfigurata nel superare gli schemi imposti dall’arte; Jim Dine fu in grado di manomettere l’ignoto per trovare qualcosa di nuovo. Un percorso attraverso i lavori di una vita per mezzo di opere che ne rappresentano l’autobiografia materiale.

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    Jim Dine in Car Crash
    Jim Dine in Car Crash
    Reuben Gallery, New York, 1-6 novembre/November 1960.
    Foto di/Photos by Robert R. McElroy
    Getty Research Institute, Los Angeles (2014.M.7)
    © J. Paul Getty Trust
    Jim Dine, la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Classe 1936, di Cincinnati, nell’Ohio, verso la fine degli anni Cinquanta Jim Dine si trasferisce a New York. Noti i suoi memorabili happening che lo rivelano, sin dal 1960, quale uno delle più importanti presenze della giovane arte americana. Di qui l’artista volta le spalle a questo genere d’arte per dedicarsi, con più dedizione, alla pittura ed alla scultura.

    Risalgono ai primi anni Sessanta le sue opere che fondono indumenti ed utensili da lavoro in un manifestarsi di icone della scultura visiva contemporanea: cravatte, scarpe, accappatoi, seghe, pennelli e spatole in un inventario di oggetti che costituiscono il lessico quotidiano di Dine dalle forti valenze autobiografiche. Al 1966 la prima volta dell’immagine del cuore per lo spettacolo Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare; Dine realizza i disegni per le scenografie ed i costumi.

    Jim Dine, Nancy and I at Ithaca (Straw Heart)
    Jim Dine, Nancy and I at Ithaca (Straw Heart)
    Jim Dine, la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Una vita in cui la teatralità si fonde con l’arte; numerose le mostre monografiche nei musei di tutto il mondo. Il coraggio di cambiare non essendo mai schiavo di tempi e convenzioni; padrone di tecniche artistiche tradizionali tramite l’esercizio del disegno praticato quotidianamente; poi la grafica e l’incisione, non tralasciando mai la pittura, sperimentandone le diverse sfumature. Una mescolanza di generi e forme sempre legate all’esperienza personale, alla memoria, ad un universo personale fatto di relazioni, di racconti autobiografici. Variazioni che mantengono Dine sempre in una condizione di movimento, in continua ricerca, inseguendo novità ed esperienze, spingendosi verso un mondo in cui oggettività e soggettività si sfiorano.

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    Jim Dine mostra Palazzo Esposizioni, The Wind And Tools, A Glossary Of Terms, 2009
    Jim Dine, The Wind And Tools (A Glossary Of Terms), 2009
    Jim Dine, la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Una mostra, quella dedicata a Jim Dine al Palazzo delle Esposizioni che si sviluppa cronologicamente regalando una visione d’insieme sul lavoro dell’artista dagli esordi ad oggi. Una raccolta di 80 opere in parte donate da Dine al Centre Pompidou. Un racconto biografico rappresentato nella sua integrità.

    Un viaggio che ha inizio nel 1959 con le prime opere intitolate Head: oli ed acquarelli di piccole dimensioni in cui troneggia l’autoritratto di Dine, realizzato dal’artista appena ventenne (Jim Dine, Small Head, 1959 ); un soggetto riproposto anche al termine del percorso di mostra a suggellare l’importanza riposta dall’autore nella raffigurazione autobiografica. Foto che scorrono in loop in una testimonianza visiva e sonora di quegli happening frutto di una capillare ricerca sull’arte.

    Jim Dine, Pinocchio, mostra Palazzo delle Esposizioni
    Jim Dine, Pinocchio
    Jim Dine, la mostra al Palazzo delle Esposizioni

    Capi d’abbigliamento (Jim Dine, Shoe, 1961 ), utensili, ambienti casalinghi (Jim Dine, Four Rooms, 1962) concepiti come frammenti artistici di una personale spazialità; cuori come individuali emblemi araldici.

    Un viaggio che si conclude in una folla di Pinocchio che invadono l’ampia sala del museo; opere ispirate al celebre personaggio protagonista della storia di Collodi, incarnazione di una materia che prende vita (Jim Dine, Pinocchio – Blind Boy, 2004). Un’ossessione per il burattino che meglio di tutti impersona l’essere umano proposta in un ambiente immersivo in cui perdersi tra colossi dove arte e racconto si sposano realizzandosi in un’esperienza collettiva.

    Ilenia Maria Melis

    Jim Dine

    Palazzo delle Esposizioni

    via Nazionale, 194 – Roma

    fino al 2 giugno 2020

    www.palazzoesposizioni.it

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