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La Scarzuola, la città ideale dell’Umbria

    La Scarzuola la città ideale dell'Umbria

    La Scarzuola, la città ideale dell’UmbriaArchitetture surreali in cui le scale si intrecciano in un suggestivo tessuto di saliscendi; antri che si aprono come bocche pronte ad inghiottire; simboli che si sovrappongono creando luoghi incantati da leggere con attenzione: è la Scarzuola, città ideale dell’Umbria, ideata dall’architetto Tomaso Buzzi. Scopriamo questa misteriosa cittadina tra le colline umbre.

    Mimetizzato tra le colline dell’Umbria, è un luogo in cui magia e surreale si sposano dando vita ad un capriccio dell’architettura noto con il nome di Scarzuola; nel comune di Montegabbione, in località Montegiove, là dove si narra abbia dimorato San Francesco d’Assisi, un eclettico architetto, verso la seconda metà del Novecento, inseguendo un sogno, eresse qui la sua città ideale.

    Uno stratificarsi di pietre tufacee in cui ogni edifico costituisce una tappa in un percorso mistico attraverso la storia dell’uomo, in una ricerca spasmodica della verità. Un viaggio suggestivo condotti da Marco Solari, proprietario della Scarzuola e nipote di Buzzi, cicerone d’eccezione che illustra con passione e trasporto l’affasciante pensiero architettonico. Un dedalo di costruzioni in cui perdersi seguendo gli echi di una fantasia che non smette di sorprendere i visitatori della Scarzuola.

    Sommario

    La Scarzuola, dalle origini al progetto di Tomaso Buzzi

    • Il Theatrum Mundi della Scarzuola, la Scarzuola Umbria
    • Dettaglio di uno dei teatri della Scarzuola

    Siamo in località Montegiove, in provincia di Terni; è il 1218 quando San Francesco d’Assisi decide di costruire una capanna là dove, piantata una rosa e un alloro, sgorga miracolosamente una fontana. Per edificare la piccola casupola, il Santo sfrutta una pianta locale, la Scarza; da qui sembra derivare il nome della Scarzuola. Ma sono i conti di Marsciano a far edificare una chiesa prima, e un convento poi, per ricordare il miracoloso avvenimento; la cura del luogo viene affidata ai Frati Minori che qui rimangono fino alla fine del Settecento.

    Da qui si salta nel tempo giungendo al dicembre del 1957 quando l’architetto milanese Tomaso Buzzi (1900-1981) acquisisce la proprietà del complesso della Scarzuola; qui decide di creare una città ideale, un’antologia di pietra rimasta però incompiuta.

    L’architetto tesse, così, un percorso di simboli che trovano la propria base nel poema italiano Hypnerotomachia Polihili di Francesco Colonna (1499), romanzo allegorico che tratta di un viaggio iniziatico alla ricerca dell’amore attraverso una trasformazione interiore. E nella Scarzuola, nel suo stratificarsi di architetture, si stabilisce una relazione tra il primitivo convento, la città sacra, e il progetto di Buzzi, la città profana carica di citazioni, riferimenti e simboli. Le scale esplodono volgendosi in ogni direzione come in un’opera di Escher; mostri, sproporzioni, un affastellarsi di edifici che variano nelle proporzioni dando vita ad architetture surreali, labirintiche, magiche.

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    Alla scoperta della Scarzuola

    • L'Acropoli della Scarzuola Umbria
    • Gli edifici dell'Acropoli del Theatrum Mundi, la Scarzuola Umbria

    Varcato un cancello, un soffice tappeto erboso conduce i visitatori verso il piccolo convento francescano dietro al quale si dipanano strade la cui scelta segnerà il corso della propria esistenza; pergolati e viali alberati segno il cammino. È il momento di scegliere il proprio destino: tre porte, tre percorsi che condurranno lungo il cammino mistico della Scarzuola; la “barca” è pronta a salpare, il viaggio ha inizio. E mentre si attraversa una natura verdeggiante, d’improvviso di fronte agli occhi si apre un vasto teatro di edifici, il Theatrum Mundi, un complesso scenografico in cui gli edifici si sovrappongono in un ampio emiciclo sorvegliato da un grande occhio ispirato al celebre logo di Leon Battista Alberti. Un gioco di simbolismi si affaccia in ogni dove: strumenti musicali, api, astri ed animali mitici che popolano le architetture.

    Ed in cima troneggia l’Acropoli, annunciata da un portale che si ispira a quello del Palazzo di Diocleziano di Spalato: uno stratificarsi di citazioni provenienti dal mondo classico che spaziano dal Partenone al Colosseo, dal Pantheon al Tempio di Vesta; un invito a giocare con la scenografia di Buzzi tentando di scovare monumenti che vanno oltre il tempo annullando epoche e prospettive.

    • La Torre del Tempo, la Scarzuola
    • La Dea Madre, come visitare la Scarzuola
    • Dettaglio della Dea Madre alla Scarzuola Umbria

    Ma non è tempo di fermarsi: ed ecco che proseguendo sotto un pergolato si incontra la Torre del Tempo, bastione della città buzziana in cui materia e antimateria di incontrano intersecandosi in due spirali, una oraria e una antioraria. Come in un sogno, un busto femminile si staglia di fronte agli occhi come la prua di una barca; un’allusione alla Madre Terra, ma anche alla nave della scienza e della fantasia che deve condurre alla conoscienza.

    Attraversata una bocca mostruosa che inghiotte come una balena i visitatori, ha inizio un viaggio ascensionale in cui perdersi e ritrovarsi continuamente. Un susseguirsi di allegorie e metafore sparse come la meridiana arborea che si innalza dal Tempio di Apollo, o la rete tufacea che avvolge una piramide in vetro contenente la scala musicale nella Torre di Babele. Colonne che sembrano non sorreggere nulla, edifici rimasti incompiuti che sospendono il tempo ricaricando le energie creative.

    Un viaggio che giunge al termine lasciando il desiderio di continuare a sognare, a giocare con il progetto di Tomaso Buzzi; che forse non muterà veramente il destino di quanti visiteranno la Scarzuola, ma che in ognuno saprà risvegliare il desiderio di guardare la vita con occhi nuovi, con gli occhi di un bimbo spensierato e sognante.

    Informazioni su come visitare la Scarzuola

    • Portale alla Scarzuola, la Scarzuola Umbria
    • La Torre di Babele, come visitare la Scarzuola

    La Scarzuola non è un complesso pubblico, quindi, prima di visitarla, è necessaria la prenotazione contattando il proprietario, Marco Solari, all’indirizzo email info@lascarzuola.com. La visita ha una durata di un’ora e mezza e non comprende il Convento e la chiesa, non visitabili in quanto abitazione privata. Munitevi di scarpe comode e godetevi questa esperienza surreale che non potrete sicuramente dimenticare. Buona visita alla Scarzuola!

    INFO: La Scarzuola, località Montegiove – Montegabbione (TR)

    biglietto intero 10,00 Euro

    www.lascarzuola.it

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