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L’appartamento del Settecento di Costanza Barberini

    Appartamento Settecento Costanza Cornelia Barberini

    L’appartamento del Settecento di Costanza BarberiniNella sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma in Palazzo Barberini, l’appartamento voluto, nella seconda metà del Settecento, dalla principessa Cornelia Costanza Barberini e dal consorte il principe Giulio Cesare Colonna Sciarra. Un angolo di Palazzo che apre le porte svelando un trionfo di decorazioni Rococò che incantano lo sguardo e catapultano il visitatore in un Settecento fatto di luci che rifulgono tra sale dipinte e ornati finissimi che si estendono dalle pareti alle porte.

    Palazzo Barberini, cenni storici

    L’appartamento del Settecento di Costanza Barberini è ubicato al secondo piano di Palazzo Barberini a Roma. Il Palazzo fu fortemente voluto da papa Urbano VIII, nato Maffeo Vincenzo Barberini (1568-1644), che salì al soglio papale nel 1623 rimanendovi fino alla morte. Dapprima residenza del cardinale Rodolfo Pio da Carpi (1500-1564); successivamente passò nelle mani degli Sforza per poi essere acquistata dal cardinale Francesco Barberini nel 1625.

    Scalone Gian Lorenzo Bernini
    Scalone Gian Lorenzo Bernini, Palazzo Barberini

    La costruzione, opera di Carlo Maderno, prevedeva inizialmente una struttura quadrangolare; Maderno in un secondo momento elaborò un progetto di villa ad ali aperte (sull’esempio di Villa Farnesina) rivoluzionando il concetto classico e andando ad unire la zona di rappresentanza con quella abitativa. Alla morte del Maderno assunse la direzione dei lavori Gian Lorenzo Bernini;  al cantiere collaborò anche il giovane Francesco Borromini. Celebri i due scaloni di accesso al palazzo posti nelle due ale: al Bernini si deve lo scalone a pozzo quadrangolare che immette nell’ampio salone affrescato da Pietro da Cortona, mentre a Borromini la celebre scala elicoidale nell’ala sud, originale ingresso agli appartamenti.

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    L’appartamento di Cornelia Costanza Barberini

    Appartemento Settecento COstanza Barberini, dettaglio
    Appartemento Settecento COstanza Barberini, dettaglio

    Verso la fine del XVII secolo, in un periodo di diffusa decadenza che non risparmiò nemmeno i Barberini, Cornelia Costanza Barberini, ultima rappresentante della famiglia, sposò a soli dodici anni Giulio Cesare Colonna di Sciarra al fine di rimpinguare le finanze familiari. Dall’unione delle ricchezze dei due eredi nacquero le stanze poste al secondo piano della Villa; un’area riservata che Costanza volle decorare in stile Rococò andandosi ad allontanare dal Barocco che imperava nelle sale inferiori. Una resa più intima perseguita anche con l’aggiunta di tramezzi che rimpicciolirono le stanze restituendo esclusività all’appartamento. Ondulazioni, ramificazioni che terminano in sinuosi riccioli, arabeschi floreali, dorature e specchi per dilatare gli spazi, in un trionfo di sfarzo ed eleganza per uno stile ornamentale diffusosi in Francia nella prima metà del Settecento quale evoluzione del Barocco.

    Le sale dell’appartamento settecentesco

    Un percorso di visita che si snoda nell’appartamento settecentesco di Costanza Barberini a ritroso, partendo dalla sala da pranzo con decorazioni a finta boiserie che simulano mobili e quadri: un sicuro risparmio visto il difficile periodo economico attraversato dalla famiglia Barberini. Agli angoli, nascoste da finte credenze, le porte destinate alla servitù. In fondo, un’ampia nicchia dedicata ad attori e musicanti che rallegravano i pasti con la loro arte.

    I muri anneriti dal fumo introducono al fumoir in cui si riunivano gli uomini; sulle pareti campeggiano le vedute dei golfi di Sabaudia, Formia e Gaeta, feudi Barberini che donano un effetto prospettico grazie al trompe-l’œil.

    La loggia, spazio in cui si respira maggiormente lo stile Rococò, fu fatta decorare da Costanza con l’intento di ricreare un giardino in un legame tra interno ed esterno. Ci si immerge in un paesaggio che apre la vista a scene bucoliche incorniciate tra un trionfo di stucchi e ori.

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    La sala delle donne

    Così come gli uomini si riunivano nel fumoir, le donne avevano una stanza a loro dedicata in cui potersi dilettare con la musica tra le sete dipinte su ispirazione degli acquerelli di John White (1540-1593), artista britannico pioniere del Nuovo Mondo. Scene di vita quotidiana dei nativi americani si alternano, infatti, seppur con qualche errore, ad armadietti un tempo contenenti spartiti e strumenti musicali: piccole imprecisioni che testimoniano la poca conoscenza di quelle zone da parte dell’artista. Are, banani, palme, anatre cinesi e scene leggendarie che si ispirano al mito del Buon selvaggio di Jean-Jacques Rousseau, narrazione fantastica basata sulla convinzione che l’uomo fosse in origine un animale buono e pacifico divenuto malvagio successivamente a causa di corruzione e progresso.

    La seta ornava molte delle sale dell’appartamento; il tempo si è dimostrato però impietoso lasciandone intatta solo una.

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    Dove dormivano i nobili?

    Una stanza da letto, l’alcova (dall’arabo al-qubba) ospitava i dignitari per il riposo notturno; un baldacchino a cupola sorretto da colonne in marmo nero di Aquitania racchiudeva il letto di Costanza e del suo sposo. Una stanza fortunata che regalò alla coppia ben dodici figli.

    Putti e affreschi rappresentanti l’infanzia di Cristo testimoniano la devozione di Cornelia; in una delle stanze anche uno splendido esempio di Cappella a scomparsa nei colori dell’azzurro che permetteva alla sala di divenire, all’occorrenza, un ambiente di rappresentanza.

    Salone dei Fasti, appartamento Settecento
    Salone dei Fasti, appartamento Settecento Palazzo Barberini

    A chiudere la visita il salone di rappresentanza, il Salone dei Fasti Colonna; sul soffitto una raffigurazione ispirata al celebre affresco di Pietro da Cortona che però non ne eguaglia la bellezza né nella resa, tantomeno nell’effetto prospettico anche per la limitata altezza della volta. Le allegorie dei quattro continenti ornano la volta, mentre sulle pareti campeggiano tematiche politiche e religiose inedite a dar rilievo al rapporto privilegiato dei Barberini con il Pontefice.

    L’appartamento del Settecento un tempo di Costanza Barberini rappresenta un piccolo gioiello che rimase abitato fino al 1960. Solo da pochi anni, dopo un accurato restauro, è stato reso fruibile dal pubblico; un luogo magico in cui perdersi nei tronfi del Rococò e ammirare ciò che rimane dei giardini che cingevano il Palazzo.

    Ilenia Maria Melis

    Palazzo Barberini

    via delle Quattro Fontane, 13 – Roma

    Biglietto intero: 12 Euro; ridotto 2 €

    www.barberinicorsini.org

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