L’arte di Klimt in mostra al Museo di Roma in Palazzo Braschi – Al Museo di Roma in Palazzo Braschi sboccia la luminosa arte di Gustav Klimt con una mostra che ripercorre la vita e la produzione artistica del pittore austriaco; un’esposizione unica che mette in luce l’esperienza italiana del protagonista della Secessione viennese portando in Italia alcuni dei suoi più celebri capolavori.
Fino al 27 marzo 2022 i capolavori di Gustav Klimt saranno in mostra al Museo di Roma in Palazzo Braschi in un evento espositivo unico che celebra l’arte di uno degli artisti più significativi del periodo tra Ottocento e Novecento, protagonista della Secessione viennese. Klimt. La Secessione e l’Italia, una mostra, nata in collaborazione con Klimt Foundation, che riporta l’artista austriaco in Italia, più precisamente a Roma, dove nel 1911 fu premiato all’Esposizione Internazionale d’Arte. Un percorso a tappe lungo la parabola artistica di Gustav Klimt, tra viaggi e successi espositivi, che dedica un inedito focus all’esperienza dell’artista in Italia.
Oltre 200 tra dipinti, manifesti, disegni e sculture, in una raccolta di opere di Klimt e della sua cerchia, capolavori iconici e prestiti eccezionali come il Ritratto di Signora (1916-17), dipinto trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.
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Gustav Klimt in pillole
Uno stile raffinato; l’uso dell’oro; dettagli che stregano l’osservatore. È il 1862 quando Gustave Klimt nasce a Baungarten, sobborgo di Vienna, secondo di sette figli di una modesta famiglia. Figlio di un orafo incisore, Gustav subisce l’influenza paterna, tanto da iscriversi alla Kunstgewerbeschule, la scuola di arti applicate legata al Museo per l’Arte e per l’Industria dove studia pittura; grafica, oreficeria e intaglio. Una passione e un’attitudine che non tardano a dare i propri frutti regalando all’artista un susseguirsi di commissioni che gli offrono una certa tranquillità economica: dalle allegorie del Palazzo Sturany di Vienna (1880) ai pannelli teatrali del Burgtheatre, realizzati con il fratello Ernst e l’amico Franz von Matsch.
È il 1892 quando la vita di Gustav Klimt viene segnata da profondi lutti: prima la morte del padre, poi quella del fratello Ernst. Nello stesso periodo l’artista incontra Emile Flöge, amante e musa che, nonostante le numerose relazioni intrattenute dall’uomo (si contano almeno 14 figli), gli rimane vicino sino alla morte.
Nel 1897 Klimt, assieme a un collettivo di diciannove artisti, fonda la Secessione viennese (Wiener Sezession), corrente artistica che vuole rompere la tradizione accademica spingendosi oltre i confini in una fusione di arti plastiche, design e architettura. Simbolo del Secessionismo, Pallade Atena, dea greca della saggezza che Klimt raffigura in un celebre manifesto nel 1898 per la rivista Ver Sacrum.
È il 1902 quando Gustav Klimt realizza Il Fregio di Beethoven, un trionfo di immagini visionarie che evocano le aspirazioni dell’uomo moderno in un tripudio d’oro e luce.
Ma è la visione dei mosaici di Ravenna a lasciare un’impronta significativa nell’arte di Gustav Klimt; un dominio dell’oro che prende possesso delle sue tele incorniciando sensuali figure femminili ricche di simbolismi e citazioni.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale segna l’avvento del periodo maturo per l’artista austriaco che vede l’abbandono dei bagliori aurei e delle eleganti linee dell’Art Noveau. Determinate, in questo periodo, l’incontro con la pittura espressionista di Egon Schiele e quella impressionista di Claude Monet. La pittura di Klimt si fa più spontanea, meno sofisticata, ma al contempo più colorata, ricca di accesi cromatismi. È il 1911 quando Klimt vince il primo premio all’Esposizione Internazionale di Arte a Roma con Le Tre Età della Donna.
Di ritorno da un viaggio in Romania, l’artista viene colpito da ictus e polmonite spegnendosi l’11 gennaio 1918.
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Klimt, la mostra a Roma
Fascino, erotismo, ori sfavillanti da cui rifulge una calda luce che strega il visitatore; la mostra di Klimt a Roma è un condensato caleidoscopico e multiforme dell’essenza dell’artista austriaco. Nelle sale di Palazzo Braschi le sue immagini sfilano fiere con i loro sguardi ammalianti. E passo dopo passo si prefigura l’evoluzione artistica del protagonista della Secessione viennese: i contorni eterei si fanno più netti disegnando manifesti che vogliono rompere i canoni artistici accademici; divinità austere dai profili decisi; eroi vigorosi che combattono celati da arboree censure.
Opere a cui fanno compagnia dipinti contemporanei di artisti, fratelli, amici, sostenitori di un’arte che vuole emergere per la sua spontanea bellezza; abbracci delicati tra amanti (Ernst Klimt, Paolo e Francesca, 1890); ritratti familiari dal fascino eterno (Franz von Matsch, Hermine e Klara Klimt, 1882 circa). Linee sinuose che delineano soggetti onirici ispirati al mito, alla natura; curve armoniose in cui si combinano eleganza e astrazione.
Donne fatali dallo sguardo conturbante, capaci di catturare l’attenzione, rapire lo spettatore, ammaliarlo con occhi languidi e bocche semiaperte, racchiuse in cornici d’oro tra fregi e alberi di fico; donne eroiche, moderne, che assumono il volto di muse e manti, capaci di delitti appena svelti, celati da un trionfo di bellezza e sensualità (Gustav Klimt, Giuditta, 1901).
Citazioni che affondano le proprie radici nell’arte del mosaico ammirata da Klimt a Ravenna nel corso di un viaggio in Italia. Donne ritratte interpretandone passioni e sentimenti; contorni che nel tempo si fanno più sfumati rivelando sempre nuove ispirazioni; signore viennesi dalle gote arrossate e dalle vesti variopinte che emergono da fondi monocromatici; capolavori ritrovati ancora avvolti dal mistero (Gustav Klimt, Ritratto di Signora, 1916-17).
Fregi murali che omaggiano grandi compositori trasformando la musica in un’arte da ammirare con occhi vivaci (Gustav Klimt, Il Fregio di Beethoven, 1902). Paesaggi che, come cartoline, condensano viaggi in cui la natura è idealizzata, trasformata in mondi paradisiaci. Opere non portate a termine in cui amore e desiderio si fondono in un groviglio di corpi dalle mille sfaccettature (Gustav Klimt, La Sposa, 1917-18).
Ilenia Maria Melis
Klimt. La Secessione e l’Italia
Museo di Roma – Palazzo Braschi
piazza San Pantaleo, 10 – Roma
fino al 27 marzo 2022
biglietto intero 18,00 Euro; 13,00 Euro solo mostra
CATALOGO Klimt. La Secessione e l’Italia DISPONIBILE SU SKIRA.NET

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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