Le Curiose riflessioni di Palazzo Barbenini – A Palazzo Barberini, fino al 10 giugno 2018, in mostra Curiose riflessioni. Jean-François Niceron, le anamorfosi e la magia delle immagini tra illusioni ottiche e studi prospettici frutto dello stretto rapporto tra arte, geometria e matematica.
A Palazzo Barberini, fino al 10 giugno 2018, in mostra Curiose riflessioni, Jean-François Niceron, le anamorfosi delle immagini tra illusioni ottiche e studi prospettici frutto dello stretto rapporto tra arte, geometria e matematica.
Chi era Niceron?

Jean-François Niceron (1613-1646) fu uno dei più brillanti matematici francesi del Seicento; le sue inclinazioni matematiche ed i suoi interessi verso l’ottica e la geometria furono fortemente riconosciuti e premiati nel Collegio dei Minimi di Place Royale dove l’uomo prese i voti. Qui ebbe l’opportunità di studiare con Padre Marin Mersenne (1588-1648), teologo, filosofo e matematico amico di Cartesio.
I primi ritratti deformati realizzati dal giovane scienziato risalgono agli ani Trenta; è probabile che queste immagini, all’apparenza senza forma, circolassero già in Francia come testimoniano diversi trattati tra i quali Otto satiri che osservano uno specchio anamorfico con un elefante, opera di Simon Vouet (1590-1649) in cui è rappresentata la prima anamorfosi cilindrica dell’età moderna. Niceron stesso fu autore di diversi trattati dedicati all’anamorfismo indirizzati ad ottici e pittori; opere realizzate prima del suo trasferimento a Roma che riscossero un notevole successo di pubblico.
Ma cosa è l’anamorfosi?

Anamorfosi, termine che compare per la prima volta in un trattato dell’Ottocento, derivante dal greco, che coglie la dimensione dell’illusione ottica ed il ruolo che lo spettatore esercita nell’osservazione.
L’anamorfosi è quindi un gioco di forme, una tecnica di ricostruzione dell’immagine in cui sono applicate regole prospettiche lineari o di prospectiva artificialis ratificate da Brunelleschi, Leon Battista Alberti e Piero della Francesca nel XV secolo. Da una prospettiva scelta lo spettatore può contemplare le opere codificando così la scena rappresentata. Talvolta in soccorso è utilizzato uno specchio su cui l’immagine è proiettata ribaltando la prospettiva classica e le aspettative dell’osservatore ed offrendo un nuovo punto di vista alla realtà. Anche in passato le immagini dovevano essere osservate tramite l’ausilio di cilindri in metallo, talvolta in argento, le cui esatte misurazioni erano riportate nel trattato di Niceron (anamorfosi catottriche).
Tra i primi collezionisti di questo genere di rappresentazioni, come non citare la famiglia Barberini animata da un forte interesse per i progressi della scienza; un’attenzione specifica che li annoverò tra i primi collezionisti di questi curiosi oggetti. In tempi moderni l’anamorfosi riacquistò importanza con l’avvento del surrealismo grazie alla sua idea sorprendente di guardare l’immagine.
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Le Curiose riflessioni di Niceron

Dipinti scelti che necessitano dell’ausilio di specchi cilindrici che ne ricostruiscono l’immagine donando visioni che raccontano la cultura prospettiva a Roma in un periodo in cui furono realizzati grandi capolavori; un’esplorazione tra scienza e arte che valica i confini consueti offrendo prospettive insolite.
Quattro gli esempi di anamorfosi catottrica in mostra databili attorno al 1635 in cui le immagini deformate si ricompongono nel riflesso cilindrico. Così, è possibile scorgere il re di Francia con corona e gigli inginocchiato davanti ad un piccolo crocifisso di ebano ed avorio (Re Luigi XIII davanti al crocifisso, 1635), o San Francesco di Paola, fondatore dell’ordine dei Minimi, o un corteggiamento tra giovani amanti (Coppia di amanti, 1635).
Tra le opere in mostra anche la ricostruzione di un gioco ottico osservabile tramite un cannocchiale dotato di lente poliedrica che offre un esempio di anamorfosi diottrica costruita per rifrazione. L’immagine è costruita da un insieme di teste abbigliate all’orientale; tramite l’ausilio di una lente prismatica si scorge una figura composta dai frammenti delle teste dipinte: si scopre così un ritratto identificabile in quello del re di Francia Luigi XIII che sconfiggerà l’impero Ottomano o in quello di Ferdinando II, Granduca di Toscana, che diede un notevole contributo nella guerra contro i Turchi. Un gioco in cui le teste dei nemici offrono la materia per ricostruire l’immagine in un piegarsi delle leggi ottiche all’interpretazione dell’opera.
Esempi celebri
Esempi celebri di anamorfosi hanno spesso stuzzicato il genio artistico di pittori ed architetti; un esempio noto è la prospettiva accelerata realizzata da Francesco Borromini alla galleria di Palazzo Spada dove l’artista riuscì a dare la percezione di un corridoio lungo circa 40 metri in uno spazio angusto di poco più di 8!
Lo stesso affresco di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini è un incontro tra ottica ed arte con uno spostamento della prospettiva che dona all’osservatore la possibilità di cambiare punto di osservazione per un più completo godimento dell’opera.
Le anamorfosi in mostra si offrono come immagini che rammentano che anche quando tutto appare complicato è necessario trovare il giusto punto di vista.
Ilenia Maria Melis
Curiose riflessioni. Jean-François Niceron, le anamorfosi e la magia delle immagini
fino al 10 giugno 2018
Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13 – Roma

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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