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L’enigma del reale alla Galleria Corsini, ritratti e nature morte

    Galleria Corsini, GeoPoletti, l'enigma del reale, ritratti e nature morte

    L’enigma del reale alla Galleria Corsini, ritratti e nature morte – Per la prima volta esposte le più significative nature morte della collezione di Geo Poletti, storico dell’arte e collezionista, in L’enigma del reale alle Gallerie Nazionali di Arte Antica nella sede della Galleria Corsini. Un percorso alla scoperta della pittura di realtà e del naturalismo caravaggesco nelle sue enigmatiche declinazioni attraverso l’occhio attento di un collezionista che formò la sua raccolta a partire dagli anni Cinquanta del Novecento.

    L’enigma del reale alla Galleria Corsini, 28 opere in mostra dalla Collezione Poletti a cui si aggiungono, in un confronto, le opere delle Gallerie Nazionali solitamente non esposte al pubblico in un’indagine affascinante sulle relazioni, gli  scambi e gli intrecci tra opere ed artisti. Una riflessione sul tema del collezionismo per mezzo di un’importante collezione frutto dell’amore di Geo Poletti per l’arte in un percorso in cui il fil rouge è rappresentato dalla pittura di realtà e dalle nature morte nelle loro innumerevoli declinazioni.

    Geo Poletti

    Ruggero Poletti, per tutti Geo, (Milano, 1926 – Lenno, Como, 2012) fu storico dell’arte, pittore e, infine, collezionista dall’occhio infallibile. Una passione per l’arte che lo rese collezionista oltre che pittore; una collezione nata a partire dagli anni Cinquanta in un periodo di rinnovamento dei musei italiani in un contesto in cui le opere d’arte erano sottratte al loro contesto per essere apprezzate ed allestite secondo valori rigidamente qualitativi.

    Tornato a Milano dopo aver vissuto per anni in Brasile con la famiglia, Geo Poletti prosegue gli studi in arte pur essendo stato introdotto alla lirica ed alla musica da conoscenze del calibro di Arturo Toscanini. Ma è l’incontro con Mario Sironi che lo spinge a dipingere; una pittura in cui si percepiscono le influenze di Umberto Boccioni, Giorgio De Chirico, Arturo Martini ma soprattutto di Francis Bacon.

    Un “appassionato conoscitore di molta arte del passato ma uomo moderno”, così lo descrive lo storico dell’arte Francesco Arcangeli nella prefazione ad una delle personali di Geo. Ed è questa passione che lo spinge a studiare e collezionare arte  antica riservando la pittura ad un’espressione personale; l’incontro con Roberto Longhi ne condiziona lo studio che vira verso l’arte di Caravaggio, dei caravaggeschi, verso la pittura italiana e spagnola del Seicento, soprattutto Ribera e Velázquez. Ma non solo: particolare attenzione è rivolta alle nature morte del Seicento e Settecento.

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    Nature morte senza tempo

    Pittore caravaggesco, Natura morta con cesta di uva, vaso di fiori, fichi e gigli, 1620 ca.
    Olio su tela, 62,5×77,5 cm
    Collezione Poletti
    (foto di Alberto Novelli)
    L’enigma del reale alla Galleria Corsini, ritratti e nature morte

    Una passione per una natura senza tempo quella di Geo Poletti che lo spinge a collezionare nature morte del Seicento e Settecento; un’arte di matrice caravaggesca che ebbe particolare fortuna diffondendosi in Europa nel XVII secolo legandosi al nascere delle Gallerie principesche. Fiori e frutti in un trionfo di natura che vede la sua preistoria nella provincia lombarda e nelle Fiandre, nonché nelle illustrazioni scientifiche di tardo Cinquecento. E poi Roma, dove le invenzioni caravaggesche ebbero un impatto rivoluzionario codificando schemi che rapidamente si diffusero in tutta Italia dando luogo a vere e proprie scuole regionali.

    Ed è seguendo questa traccia che sono esposte le nature morte della Collezione Poletti, quasi tutte senza cornice, esposte seguendo la modalità con cui si mostravano nella casa di Geo. Vasi di fiori nella canestra o nella boccia di vetro in un fil rouge che lega le rappresentazioni a Caravaggio; simmetrie studiate in cui la luminosità chiara dei soggetti risalta sugli sfondi cupi in un gioco di contrasti. Oggetti entro uno spazio dai confini invisibili che acquisiscono peculiarità tattili e magnetiche in grado di ipnotizzare; un senso di verità, un’intensità dei valori cromatici in una continua ricerca del naturalismo. Opere magistrali in cui il contrapporsi di luci ed ombre regala drammaticità agli oggetti rappresentati, che siano animali vivi o morti, frutti o fiori che si stagliano nella penombra.

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    La realtà del corpo alla Galleria Corsini

    Nudità spudorate dai connotati enigmatici che si condensano in composizioni tra lo sconcertante e l’originale in cui una donna, dall’espressione malinconica, con lunghi capelli dorati, risalta su uno sfondo scuro in compagnia di un teschio, un crocifisso ed il libro dei Santi (Maddalena penitente); scene in cui Bacco e fauni si abbandonano all’ebbrezza donata dal vino in un crudo realismo i cui le braccia piegate, le mani sgraziate ed i capi riversi si scompongono nell’abbandono (Fauno con uva e flauto; Bacco e fauno). Un Bacco che riprende l’iconografia dei sarcofagi classici, ispirato al moto trasgressivo del dio, alludendo all’allegoria dell’autunno; un’opera di Bartolomeo Manfredi messa a confronto con quella dello stesso artista delle Gallerie Nazionali proveniente dalla Collezione Torlonia, un dipinto in passato attribuito a Caravaggio.

    Jusepe de Ribera, Democrito, collezione Poletti
    Jusepe de Ribera (Xàtiva 1591 – Napoli 1652), Democrito, 1615-1618 ca.
    Olio su tela, 126,7x100cm
    Collezione Poletti
    (foto di Alberto Novelli)
    L’enigma del reale alla Galleria Corsini, ritratti e nature morte

    Filosofi sorridenti che si contrappongono ironicamente all’altra faccia della filosofia, quella percorsa da Eraclito, generalmente rappresentato piangente e malinconico: è il Democrito di Jusepe De Ribera, il filosofo greco vissuto alla metà del V secolo a.C., per tempo interpretato come Geografo sorridente. “Un villano che ride e tiene una carta in mano scritta con diversi libri sopra una tavola”, il viso, le mani e le vesti attributi del mestiere di filosofo, e poi quell’espressione umana e vitale che rende il ritratto naturale.

    Pittore napoletano, Pescivendolo che sventra una rana pescatrice, L'enigma del reale Galleria Corsini
    Pittore napoletano, Pescivendolo che sventra una rana pescatrice, seconda metà sec. XVII
    (foto di Alberto Novelli)
    L’enigma del reale alla Galleria Corsini, ritratti e nature morte

    Una naturalezza che echeggia anche nel ritratto di Pescivendolo attribuibile all’ambito napoletano della metà del Seicento; un prototipo dal vigoroso naturalismo declinato in tre versioni che discostano l’una dall’altra per l’aggiunta di piccoli dettagli o per il chiarore delicato dell’incarnato. Opere di grande interesse in cui un pescivendolo, dallo sguardo intenso, la bocca socchiusa ed un coltello nella destra, è ritratto mentre sventra con gesto impetuoso una rana pescatrice; un ritratto dal vero di un eroe moderno.

    Un gioco di intrecci e confronti che affascina l’avventore che si avvia alla scoperta di una mostra che lo porterà ad ammirare opere per certi versi ancora enigmatiche.

    Ilenia Maria Melis

    L’enigma del reale.

    Ritratti e nature morte dalla Collezione Poletti e dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini

    Galleria Corsini

    via della Lungara, 10 – Roma

    fino al 2 febbraio 2020

    www.barberinicorsini.org

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