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Liu Bolin, il camaleontico artista dalla Cina

    Liu Bolin Colosseo 2

    Liu Bolin, il camalentoico artista cinese, in mostra al Complesso del Vittoriano con la sua prima monografica italiana; una narrazione per immagini delle trasformazioni artistiche di chi ha saputo adottare un linguaggio del tutto insolito frutto anche dei suoi numerosi viaggi nel mondo.

    Il camaleonte ha la straordinaria prerogativa di cambiare colore per uniformarsi al colore dello sfondo come forma di auto-protezione. […] Gli esseri umani non sono animali perché non sanno proteggere sé stessi” spiega Liu Bolin.

    Un uomo solo che vede il suo mondo scomparire dietro le proprie spalle, deciso a testimoniare silenziosamente il suo dissenso da quando nel 2005 l’amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, culla di molti artisti dissidenti nei confronti del governo. Così, come un’araba fenice, la sua arte sorge dalle macerie del suo studio; Liu Bolin, sfruttando le rovine, si fa fotografare mettendo in atto il suo camouflage che lo consacra tra gli artisti contemporanei più talentuosi ed interessanti.

    Liu Bolin, Suojia Village, Pechino, 2005 - Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, Suojia Village, Pechino, 2005 – Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, il camaleontico artista dalla Cina in mostra a Roma
    Liu Bolin, Arles, 2007 - Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, Arles, 2007 – Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, il camaleontico artista dalla Cina in mostra a Roma

    Inizia così il viaggio intorno al mondo di Liu Bolin; l’artista sceglie di dipingersi e ritrarsi di fronte ai più importanti monumenti, davanti a librerie, scaffali di supermercati, montagne di rifiuti e migranti, seguendo la scia di una protesta silenziosa dai forti connotati sociali. Performance che fondono assieme pittura e fotografia in un unicum che sfocia nell’immagine finale; un percorso di cui si intuiscono i passaggi, dalla scelta del punto di vista sino all’opera pittorica che ricopre lentamente ed incessantemente il corpo di Liu Bolin, immobile di fronte all’obiettivo, immerso nell’arte. Un processo che sottintende un’estrema conoscenza dell’ambiente nel quale ci si immerge e ci si immedesima.

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    Liu Bolin, Scalone d'Onore Reggia di Caserta, 2017 - Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, Scalone d’Onore Reggia di Caserta, 2017 – Courtesy Boxart, Verona

    Un viaggio che conduce l’artista fino in Italia dando vita ad una costola di un progetto più ampio, Hiding in the rest of the world, che lo conduce per le vie del mondo tra Londra, Parigi, New York e Nuova Delhi. Con Fade in Italy l’artista gioca con le tipicità e peculiarità nostrane divenendone parte tra cibo, vino, cultura, design, strizzando l’occhio anche ai motori. Un patrimonio che seduce Liu Bolin portandolo ad affascinare ancor più lo spettatore intento nello scovare l’artista nascosto negli scatti realizzati. Un gioco intrigante che sorprende per la cura e la ricchezza di dettagli che si omologano nell’ambiente.

    Tematiche attuali che percorrono in lungo e largo lo stivale tra moda, arte ed immigrazione; 35 scatti che rappresentano il nostro Paese con un occhio curioso ed unico nel suo genere.

    Liu Bolin, Migrants, 2015 - Courtesy Boxart, Verona
    Liu Bolin, Migrants, 2015 – Courtesy Boxart, Verona

    Scatti che affascinano dai grandi ai più piccoli, testimonianza di un lavoro universale in grado di essere letto su più livelli. Fenomeni mondiali raccontati come in scatole cinesi che custodiscono messaggi densi che appartengono ad una collettività.

    Non solo immagini, non solo scatti contemporanei, ma parte della realtà; immagini che costituiscono la fusione di diversi linguaggi artistici che partono dalla fotografia passando per la pittura. Un approccio legato al legame con la materia e con l’immedesimazione in essa, con il desiderio di divenire parte di essa per conoscerla.

    Una raccolta di lavori suddivisi in cicli ma il cui fil rouge è la capacità di entrare nella materia. Un lavoro prettamente politico che parte dalla distruzione risorgendo a nuova vita; opere che attraversano il mondo in forte connessione con il presente.

    Sette sezioni che comprendo anche gli scatti più recenti realizzati nel 2017 e dedica alla Reggia di Caserta ed al Colosseo, realizzati appositamente per la tappa romana in anteprima mondiale.

    Una mostra che mette in luce un’arte nuova basata su una pratica mimetica che esalta la partecipazione di Liu Bolin con la realtà visibile ed invisibile e con la sua immedesimazione. Una dimensione che spinge ad una riflessione sui concetti e le verità del nostro tempo.

    Ilenia Maria Melis

    Liu Bolin. The invisible man

    fino all’1 luglio 2018

    Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

    Via San Pietro in Caercere – Roma

    www.ilvittoriano.com

    Tramite il progetto VALORE CULTURA, mercoledì 11 aprile Generali Italia offre a tutti una giornata gratuita alla mostra Liu Bolin. The invisible man.

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