Lo scavo archeologico di via Alessandrina ai Fori Imperiali – Conclusi gli scavi archeologici su via Alessandrina che riportano alla luce una nuova porzione dei Fori Imperiali; un primo risultato corredato da eccezionali ritrovamenti come la testa imperiale di Dioniso e 60 frammenti di fregio d’armi.
Nel cuore di Roma, preziosi tesori tornano alla luce nello scavo archeologico che ha interessato il primo tratto di via Alessandrina presso i Fori Imperiali. Reperti che hanno suscitato una grande meraviglia negli archeologi, come la testa di Dioniso, replica di ottima fattura e virtuosismo dell’artista; o la testa ritratto di Augusto, capostipite della dinastia imperiale, raffigurato nella tipologia del condottiero. E ancora, i frammenti di un fregio con decorazioni d’armi, un tempo collocato al di sopra delle colonne del Tempio di Traiano, che ha la particolarità di conservare non solo le armi dei vinti, ma anche le armi dei Romani, simboli della pace ritrovata.
Testimonianze del passato frutto di scavi iniziati nel marzo 2018 e che oggi restituiscono alla città di Roma una nuova prospettiva ed una migliore leggibilità del Foro di Traiano, sia da via dei Fori Imperiali, sia dai Mercati di Traiano. Un’opera di valorizzazione dell’area archeologica realizzata anche grazie all’importante atto di mecenatismo della Repubblica dell’Azerbaigian che ha stanziato un importo complessivo di 1.000.000,00 Euro.
Il Foro di Traiano e i Fori Imperiali
Gli scavi della Sovrintendenza Capitolina hanno messo in luce il ruolo di Apollodoro di Damasco, importante architetto dell’antichità che operò già all’epoca di Domiziano fiorendo all’epoca di Traiano, che seguì anche nel corso delle campagne militari. A lui si deve, infatti, il progetto dell’imponente complesso dei Fori e dei Mercati di Traiano, considerati dagli antichi l‘ottava meraviglia del mondo.
Il Foro di Traiano fu realizzato dall’imperatore Traiano a seguito delle vittorie in Dacia, documentate dai rilievi realizzati sulla Colonna Traiana. Il Foro misurava 300 metri circa di lunghezza per 180 di larghezza; al centro di un’ampia piazza rettangolare, abbracciata da due colonnati, si ergeva la statua equestre dell’imperatore.
Per la sua vastità e imponenza, il Foro di Traiano fu ammirato dall’imperatore Costanzo II che, nel corso di una visita, lo definì degno dell’ammirazione degli dei (378 d. C.). Ammiano Marcellino, che ha raccontato questa visita, definisce il Foro come costruzioni che le parole non possono descrivere e nessuna mano potrà più realizzare. Una percezione della grandiosità che amplificava già al tempo nell’affaccio sulla piazza dei fori dai porticati su cui si aprivano le esedre. Ed è proprio una delle esedre, quella settentrionale, che è stata messa in luce dal recente intervento di scavo.
La piazza fu nei secoli invasa dall’abitato subendo, inoltre, momenti di abbandono nel Medioevo, fino alla realizzazione, nel Cinquecento, del quartiere Alessandrino.

Lo scavo archeologico di via Alessandrina ai Fori Imperiali
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Il quartiere Alessandrino
Il quartiere Alessandrino prende nome dal cardinale Michele Bonelli, nipote di papa Pio V Ghislieri, nato nel 1541 nella provincia di Alessandria., principale artefice dell’intervento urbanistico. La via Alessandrina era il principale asse viario del quartiere e metteva in collegamento l’area urbanizzata nel Foro di Traiano con la Basilica di Massenzio; lunga più di 400 metri, fu tracciata nel 1570.
Per opera del Cardinal Nepote, l’area fu sottoposta, nel corso degli anni Ottanta del XVI secolo, ad una vasta bonifica che voleva metter fine all’impaludamento della zona compresa tra la Colonna Traiana e la Velia; fu quindi riattivata la Cloaca Massima e fu rialzato il livello di calpestio.
La via, sopravvissuta alla demolizione dell’area conseguente gli scavi avviati dal Governatorato di Roma nel ’29 e terminati nel ’32, separava visivamente i fori di Traiano, Augusto e Nerva, non offrendo in questo modo la percezione della loro grandezza. Proprio per questo, nel 2014, la strada è stata rimossa per restituire il senso della spazialità dei fori e regalando nuovamente un senso di straordinarietà all’intervento di Apollodoro.
Lo scavo di via Alessandrina, dopo una campagna preliminare nel 2016, si è svolto ininterrottamente da marzo 2018 fino allo scorso novembre portando all’acquisizione di dati significativi per la ricostruzione della storia del centro monumentale della città di Roma, riportando alla luce una nuova porzione della piazza del Foro di Traiano oltre ai resti delle abitazioni del quartiere medievale, ormai privato della sua pavimentazione originaria a lastre in marmo bianco, le cui impronte restano bene evidenti sulla malta di preparazione.
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I reperti tornati alla luce
Lo scavo appena concluso ha riportato alla lice importanti testimonianze di un passato glorioso ancora da indagare. Tra i ritrovamenti spicca la Testa di Dioniso reimpiegata come materiale da costruzione in una fondazione di XIII secolo. La statua doveva raggiungere un’altezza di 2 metri; gli occhi erano realizzati in pasa vitrea o pietre preziose.
Non di minor importanza l’altra testa rinvenuta nel corso degli scavi archeologici della via Alessandrina presso i Fori Imperiali, ossia una Testa di Augusto giovane, portata ala luce in un interro artificiale di epoca medievale (XI.XII secolo). La testa, che presenta dimensioni doppie rispetto al vero, presenta occhi sporgenti e guance scarne, nonché una capigliatura tipica per l’epoca che fa attribuire il ritratto a un componente della famiglia giulio-claudia.
Tra i ritrovamenti, anche un frammento di lastra con rilievi decorativi (I-II secolo d.C.) e oltre 60 frammenti marmorei di un fregio d’armi dal Foro di Traiano: un susseguirsi di scudi circolari o ovali decorati con squame, piume o motivi floreali a cui si aggiungono lance appuntite, spade con else decorate, tridenti e faretre “sorvegliate” da due grandi statue di Daci poste ai lati del fregio a simboleggiare le popolazioni vinte da Traiano.
Una rappresentazione emblematica della potenza degli eserciti vinti, realizzata per esaltare le capacità militari dell’Impero in epoca traianea.
Ilenia Maria Melis

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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