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L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo Barberini

    L'ora dello Spettatore, Palazzo Barberini, Eglon Van Der Neer, Foto Alberto Novelli

    L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo BarberiniPresso le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, nella sede di Palazzo Barberini, va in scena L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano, una mostra a cura di Michele Di Monte che intende esplorare il tacito dialogo che si instaura tra opera e spettatore. Un viaggio attraverso 25 opere d’arte tra Cinquecento e Settecento in un gioco di allusioni, provocazioni, seduzioni ed invenzioni figurative che portano lo spettatore ad entrare nell’opera partecipando inconsapevolmente al successo della stessa. Finestre, tende e sipari che invitano a varcare un confine che è quello fisico del quadro.

    Quando siamo spettatori in una mostra? L’ora dello spettatore, in corso presso Palazzo Barberini, cerca di rispondere a questo quesito con un percorso museale che si snoda attraverso 25 opere elaborate nella pittura tra Cinquecento e Settecento. Una pittura che svela la natura nel nostro sguardo rispetto alle opere; occhi che si fanno indagatori di fronte a quadro, che mostrano quella realtà celata oltre un sipario, una tenda appena scostata o una cornice che da contenitore si fa mezzo che lega la tela al suo spettatore. Una tenda, una corniche che sono pittura, che riescono a far vedere maggiormente proprio là dove sembra di veder meno, facendo accedere lo spettatore ad “un’eccedenza del vedere” (cit. Michele Di Monte).

    Un’arte che ci usa servendosi con l’inganno di illusioni che si basano sulla nostra collusione, sulla nostra predisposizione, sull’impazienza di un occhio rapito dai dettagli, da abbagli che seguono il cammino dell’immagine.

    Jacob van Oost Davanti al cavalletto, l'ora dello spettatore Barberini
    Jacob van Oost, Davanti al cavalletto, 1645
    olio su tela, 56,5×58,7 cm
    The National Gallery, London.
    Presented by Sir Henry Howorth through the Art Fund in memory of Lady Howorth, 1922, Londra
    (ph. Alberto Novelli)
    L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo Barberini

    Una relazione che si crea tra opera e osservatore, nella quale quest’ultimo diventa osservato; rapporti che si complicano quando sono proprio i protagonisti delle tele ad avvertire lo sguardo indiscreto dello spettatore. E così, chi guarda si fa complice della scena, ospite imprevisto, importuno, scomodo.

    Sguardi che si fanno seducenti, allusivi di fronte ad immagini che ci rendono voyeur; un piacere di guardare che assume connotati erotici, curiosi.

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    Oltre la soglia

    • Rembrandt Van Rijn Ragazza in una cornice, l'ora dello spettatore Barberini
    • Gerrit Dou, Autoritratto con la tenda, come le immagini ci usano
    • Elliger II, Ragazza alla finestra, L'ora dello spettatoreBarberini

    Immagini che invitano lo spettatore a varcare quel confine che separa il nostro mondo da quello del quadro; una soglia, una linea di confine che si fa congiunzione tra due mondi, atto di iniziazione in un rito di passaggio al “mondo nuovo“. Finestre che si aprono, tende che si scostano, cornici che si duplicano in un gioco di illusioni che fa svanire lo spazio fisico e virtuale tra osservatore e immagine.

    Un dialogo eloquente con le immagini di cui la Ragazza in una cornice di Rembrandt, capolavoro della mostra, ne è testimonianza; un’opera che si lascia guardare come un semplice ritratto ma, dopo un’attenta analisi, ci si rende conto che la fanciulla emerge dal quadro sfiorando la cornice con le sue delicate mani. Un tranello, un’allegoria della pittura che si protende verso lo spettatore invitandolo ad entrare nello spazio dell’immagine.

    Sguardi che spaziano liberamente, ma che talvolta necessitano di una più intima disciplina, di un viaggio guidato in camino sulle orme di Cristo (Hans Memling, La Passione), perché se si vuole capire è necessario spingersi oltre, abolendo le distanze fisiche e mentali.

    Sofonisba Anguissola Ritratto del poeta Giovan Battista Caselli, opere mostra Palazzo Barberini
    Sofonisba Anguissola, Ritratto del poeta Giovan Battista Caselli, 1557-1558
    olio su tela, 77,7×61,4 cm
    Museo Nacional del Prado,Madrid
    (ph. Alberto Novelli)
    L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo Barberini

    Distanze, spazi dipinti che si fanno luogo di transizione avvicinando lo spettatore all’immagine, facendolo entrare in relazione con essa, lasciandolo interferire con i soggetti dipinti; personaggi raffigurati che reagiscono sentendosi osservati, che invitano a guardare oltre le immagini come fa il poeta e pittore Giambattista Caselli ritratto da Sofonisba Anguissola.

    E non è insolito che lo spettatore provochi nella rappresentazione un finale inedito intrecciando pericolose relazioni con i soggetti raffigurati (Guercino, Venere, Marte e Cupido).

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    Indiscrete complicità

    • Lavinia Fontana Venere e Marte, l'ora dello spettatore mostra
    • Guido Reni Salomè, l'ora dello spettatore Barberini

    Non solo ostentazione e teatralità, ma anche immagini che mostrano un’evidente indifferenza nei confronti di chi guarda, non curandosi e talvolta neppure rendendosi conto si essere guardate. Figure assorte nei propri pensieri, intente nelle proprie azioni; e così lo spettatore si inserisce furtivamente nella scena, attratto da quel grado di separazione che lo divide dall’immagine dipinta. Si crea, così, un rapporto che mette sul medesimo piano narrativo osservatore e soggetto rendendo il primo testimone della scena in atto, complice dell’evento narrato, che sia esso un atto eroico o un crimine sessuali. Cosa si prova nel ricevere in offerta la testa del Battista? Una complicità che non sottintende necessariamente colpevolezza così come è mediata da gesti e oggetti.

    Uno sguardo legato all’immagine da un rapporto di desiderio, da una pulsione che assume caratteri erotici; sentimenti messi a nudo che fanno dello spettatore un voyeur. Ed in questo senso la cornice si offre come finestra dalla quale spiare al riparo da occhi indiscreti, quasi come spettatori invisibili ma pur sempre osservati.

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    Pierre Subleyras, La nuda, foto Alberto Novelli, Palazzo Barberini opere
    Pierre Subleyras (Saint Gilles du Gard, 1699 – Roma, 1749), La nuda, 1740
    olio su tela, 74 x 136 cm
    Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma
    (ph. Alberto Novelli)
    L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo Barberini

    Una mostra dedicata allo spettatore, parte implicita dell’opera, a quel desiderio di vincere la distanza da opere che ci separano dal passato ma che continuano a parlarci. Un viaggio attraverso tre secoli in cui i grandi maestri dell’arte giocano con lo sguardo dello spettatore inaspettatamente coinvolto in suggestioni e fascinazioni.

    Immagini che svelano il proprio ondo, dichiarano la propria intenzione mostrando quello spettacolo progettato per chi osserva; opere capaci di trasformare il pubblico, metafora di una pittura che è il destino dell’immagine. Ed è così che chi guarda diviene il vero soggetto dell’opera entrando a farne parte, varcando quel confine che separa il nostro mondo dallo spazio della tela.

    Ilenia Maria Melis

    L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano

    Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini

    via delle Quattro Fontane, 13

    fino al 28 febbraio 2021

    www.barberinicorsini.org

    2 commenti su “L’ora dello spettatore in mostra a Palazzo Barberini”

    1. Sono molto imbarazzata nel dire che, nonostante sia di Roma, non ero a conoscenza di questa mostra e purtroppo non credo riuscirò a vederla. Un gran peccato perché a leggere il tuo post sembra davvero interessante.

      1. Purtroppo temo che in pochi l’abbiano vista; è stata inaugurata quando i musei erano chiusi. Spero che la situazione migliori presto anche per godere di queste bellezze; senza considerare il lavoro che c’è dietro una mostra, che sarebbe necessario ripagare in qualche modo

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