L’Orto Botanico di Roma, cosa vedere – Alle pendici del Gianicolo, un arcobaleno di fiori delicatamente profumati sboccia all’interno di uno storico giardino romano: è l’Orto Botanico, luogo magico situato nel parco di Villa Corsini, un tempo residenza di Cristina di Svezia a Roma. Un vero e proprio museo naturalistico che si estende per una superficie di 12 ettari nel cuore del tessuto urbano di Roma. Scopriamo insieme questo angolo verde della Capitale.
L’Orto Botanico di Roma, uno dei più grandi d’Italia, è un trionfo di varietà naturalistiche provenienti da tutto il mondo il cui assortimento potrebbe creare imbarazzo su cosa vedere in questo angolo di paradiso. Ma quando si entra in un luogo simile è necessario lasciarsi guidare dalle sensazioni, ascoltare il cinguettio degli uccelli che numerosi intonano canti gioiosi; lasciarsi trasportare dalla carezza del vento che scuote i pensieri; lasciar filtrare colori che lusingano gli occhi con le loro evoluzioni; gonfiare i polmoni di una brezza aromatica che cinge i sensi.
Non resta, quindi, che immergersi nella grande bellezza di Roma e scoprire il giardino di Cristina di Svezia nella Città Eterna.
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Origine dell’Orto Botanico di Roma

(ph. Ilenia M. Melis)
L’Orto Botanico di Roma cosa vedere
È la seconda metà del XIII secolo quando Niccolò III decide di creare all’interno delle mura leonine un pomarium, un giardino che solo in un secondo tempo assume l’aspetto di raccolta organica dove erano coltivate piante medicinali dette “semplici“.
Quando la residenza dei papi diviene il Quirinale, l’Orto Botanico cade nell’oblio finché Alessandro VII, riconoscendone il valore e l’utilità, non decide di donare all’Università un’area posta sul colle Gianicolo. Ma, due secoli dopo, a causa dell’ inadeguatezza della zona, dopo essere stato trasferito prima nel giardino abbandonato di Palazzo Salviati e nel convento di San Lorenzo in via Panisperna poi, l’Orto Botanico di Roma trova la sua attuale collocazione nella villa Corsini alla Lungara. Una curiosità: la regina Cristina di Svezia, nel corso della sua permanenza nella Città Eterna, soggiornò proprio a Villa Corsini regalando a palazzo giardino un momento di particolare splendore.
Oggi, l’orto botanico, con i suoi 12.000 metri quadri di superficie, vanta circa 3500 specie botaniche; una varietà in continuo aumento, con piante provenienti da tutto il mondo che rendono la visita ancora più unica.
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Le collezioni dell’orto botanico di Roma
Un angolo di paradiso; questo appare a quanti si apprestano a visitare l’Orto Botanico di Roma. E passo dopo passo, un senso di serenità avvolge gli ospiti del giardino. Alte palme segnano il sentiero breve ombreggiando i viali con le loro alte fronde.
Piccole aiuole in muratura custodiscono forme e aromi di 40 specie che, come tessere di un mosaico, costituiscono il Giardino dei Sensi. Ma è superata la monumentale Fontana dei Tritoni che si assiste a un trionfo di colori e profumi: una cascata di 250 varietà di rose si inerpica vigorosa su di un terrazzamento. Impossibile resistere alla
tentazione di percorrere quei variopinti sentieri che, con la spontaneità e la forza della natura, proclamano a gran voce la loro immensa bellezza. Uno sfilare di rose che varia dalla dalle spontanee alle coltivate esplodendo in un arcobaleno di forme, fragranze e sfumature.
Ma non ci si può fermare; è necessario continuare il viaggio alla scoperta di questo giardino delle meraviglie. E riprendendo il sentiero, nuvole di felci annunciano cattedrali di bambù che si innalzano verso il cielo; una delle collezioni di bambù tra le più ricche d’Europa che vanta 50 entità fra specie, sottospecie e varietà. Figure longilinee tra cui nascondersi rincorrendo il ritmato susseguirsi di luci e ombre. E tra i bambù ecco spuntare un tratto delle mura Aureliane, confine meridionale dell’Orto Botanico.
Filari di vitigni segnano il percorso che, superato il Giardino Roccioso, conduce al Giardino Giapponese; giochi d’acqua, laghetti e piccole cascate si incastonano nel delicato giardino realizzato su progetto di Nakajima Ken secondo il modello del Kayushiki Teien. Anatre e tartarughe trovano riparo negli specchi d’acqua abbracciati da rossi aceri e rosati fiori di ciliegio giapponese. In un attimo in un attimo sembra di aver varcato un portale per ritrovarsi improvvisamente dall’altra parte del mondo.
Una maestosa scalinata zampillante, la Scalinata delle Undici Fontane, ci riporta nel Mediterraneo dove un piccolo bosco è memoria della vegetazione che in passato ricopriva il Colle del Gianicolo. Un dedalo color porpora preserva quello che era il laboratorio farmaceutico di un tempo: il Giardino dei Semplici, che raccoglie ben 300 specie medicinali.
Il nostro viaggio giunge quasi al termine, ma non prima di aver esplorato le serre: tra tutte, la Serra Monumentale, costruita dalla ditta Mathian di Lione nel 1877, capolavoro architettonico che vigila su orchidee ed euforbie.
Ancora un respiro profondo, ancora uno sguardo per assaporare i trionfi della natura prima di varcare il cancello e tuffarsi nuovamente nel traffico cittadino; e nel cuore il desiderio di visitare ancora una volta questo verdeggiante Eden della Capitale.
Ilenia Maria Melis
INFO: Orto Botanico, Largo Cristina di Svezia, 24 – Roma
biglietto 4,00 Euro
Aperto tutti i giorni, domenica e festivi compresi (da aprile a ottobre: 9 – 18.30; da novembre a marzo: 9 – 17.30)
https://web.uniroma1.it/ortobotanico/

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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