Manolo Valdés in mostra a Roma – Dopo 25 anni Manolo Valdés, artista spagnolo di fama internazionale, torna a Roma con una mostra personale ospitata nelle sale del Museo di Palazzo Cipolla. Manolo Valdés. Le forme del tempo, un racconto per immagini del percorso creativo di Valdés dai primi anni Ottanta sino ai nostri giorni: circa sessanta opere fra quadri e sculture in una rassegna di volumi e materiali che spazia dal legno al bronzo, dall’alabastro al ferro.
Dipinti e sculture percorse da un’insaziabile forza vitale che pervade le opere di Manolo Valdés, artista spagnolo di fama internazionale che torna a Roma dopo venticinque anni con una personale in mostra a Palazzo Cipolla. Un dialogo tra le opere di ieri e oggi che spazia nel repertorio artistico di Valdés ispirandosi ai Grandi Maestri dell’arte. Uno stile immediatamente riconoscibile dallo spettatore, capace di leggere il linguaggio visivo dell’artista nella sua predilezione per le figure d’impatto, nei grandi volumi, nella delicatezza dei volti femminili.
Un mosaico di reminiscenze del passato che sanno ben intercettare il gusto dello spettatore affascinandolo con le sue forme.
Le forme del tempo di Manolo Valdés
L’arte come condensato di un racconto della vita umana; questa la sintesi dell’opera di Manolo Valdés. Un susseguirsi di capolavori del passato da cui Valdés estrae l’essenza, la forma, rendendole in geometrie e imperfezioni, un una danza corale tra bellezza e pathos. Epoche, unite in un unico progetto, che offrono ognuna il proprio contributo, tutte soliste di uno stesso concerto.
Una sfilata di citazioni che richiamano Velázquez, Rubens, Monet, Picasso, Matisse, Lichtenstein; un viaggio in un labirinto di Grandi Maestri in cui realtà e illusione si intrecciano, verità e apparenza si sintetizzano in espressioni plastiche o bidimensionali. Un legame osmotico, quello tra scultura e pittura in cui le due forme d’arte si scambiano ruoli e identità; e in questo scambio continuo Valdés porta avanti la sfida di innestare una nuova immagine sulla preesistente, plasmando una nuova interpretazione di opere già esistenti. Come ridipingere qualcosa pur mutandone le caratteristiche, cercando di immedesimarsi nell’artista? Eppure Manolo Valdés riesce nel suo intento, mutando sintassi, cambiando morfologia, ma soprattutto significato alle opere.
Soggetti che cambiano completamente nel passaggio da una materia all’altra; esempi emblematico, l’Infanta Margarita o la Reina Mariana, realizzate di volta in volta in alabastro, legno, bronzo e marmo. Un’immagine che ci sorprende sempre pur conservando i riferimenti alla citazione di partenza. Legami con la storia dell’arte portati avanti in chiave pop, con forti istanze socio-politiche. Opere di fronte alle quali è difficile resistere all’irrefrenabile desiderio di creare un contatto fisico, di sfiorare tanta vitalità.
Sogni e pensieri che si fanno materiali, che trasformano le sculture sempre in qualcosa di nuovo aprendo la strada a nuove interpretazioni.
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Noi costruiamo su ciò che la storia
dell’arte ha messo nelle nostre mani.
Essa per me è una magnifica scusa per
raccontare altro, per fare un discorso
più ampio sulla vita umana.
(Manolo Valdés)
Manolo Valdés a Roma

Manolo Valdés in mostra a Palazzo Cipolla
Il ritorno di Manolo Valdés a Roma è sancito da una mostra che vuole indagare dietro a un processo evolutivo che recepisce i mutamenti del tempo, pur legando la sua genesi ai Grandi Maestri del passato, in una rilettura personale e affasciante.
Figure che danzano come tra cielo e terra emergendo da una materia primordiale sospesa tra tempo e memoria (Manolo Valdés, La danza, 1987-1988). Soggetti che mutano al variare della materia in un susseguirsi di misteri sempre nuovi, in una vitalità imprevista che sa sorprendere. Donne spesso protagoniste di citazioni rinascimentali che strizzano l’occhio a Velázquez, scomposte audacemente; sculture che esaltano la leggiadria femminile con fantasiosi copricapi in un intreccio di rami e formelle, in partizioni simmetriche e geometriche. Energia, vitalità e memoria, storie di un’esaltazione della femminilità e sensibilità delle donne.
Specchi incastonati nella tela tra un arcobaleno di colori sospeso tra realtà e illusione; linee spesse, saettanti, che delineano volti che osservano e scrutano lo spettatore on i loro grandi occhi. Non solo donne, ma anche oggetti epurati dalla edonistica superficialità della Pop Art e trasformati in misteriose apparizioni; librerie traballanti, emblema della sapienza umana sospesa tra arte e natura.
Ilenia Maria Melis
Manolo Valdés. Le forme del tempo
Museo di Palazzo Cipolla
via del Corso, 320 – Roma
fino al 25 luglio 2021
www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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Che bella mostra deve essere, ma purtroppo non ci si può spostare tra regioni, altrimenti mi sarebbe piaciuto venire a Roma per un weekend. Ormai ho tantissime mostre in agenda saltate o riprogrammate. Non vedo l’ora di riprendere un po’ a viaggiare…
Come ti capisco: io sto cercando di recuperarne il più possibile prima che la situazione peggiori