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Pollock e la Scuola di New York tra anticonformismo e sperimentazione

    Jackson Pollock Number 27 1950

    Oltre 50 capolavori invaderanno gli spazi del Complesso del Vittoriano per Pollock e la Scuola di New York, una mostra che porta nella Capitale uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York.

    Una mostra che traccia le fasi di una rivoluzione nata nel maggio del 1950 in seguito all’esclusione della cerchia degli action painter da un’importante mostra di arte contemporanea organizzata al Metropolitan Museum di New York. Un atto che scatenò la rivolta degli esponenti del movimento. Un clima di insurrezione che portò l’espressionismo astratto ad affermarsi quale degno della cultura pop moderna; un connubio tra espressività della forma e astrattismo stilistico che influenzò sensibilmente gli anni Cinquanta.

    Jackson Pollock, un artista slegato dall’Europa, dal Vecchio Continente e dalla sua arte; nato nel 1912 a Cody, nel Wyoming, ebbe un’infanzia difficile a causa delle difficoltà economiche ed i continui spostamenti tra California e Arizona ai tempi della Grande Depressione. Carattere ribelle, problemi di dipendenze per un uomo dall’animo tormentato che capace di scrollarsi del peso della vita con la pittura. Un talento strepitoso, acerbo che si accresce nel fascino delle culture dei nativi americani, negli incontri con la pittura realista di Thomas Hart Benton, o con José Clemente Orozco.

    Poi l’amore lo cattura; lei è Lenore Krasner, anche lei pittrice, costretta a mutare il nome di battesimo in Lee per ovviare alle discriminazioni di genere del mondo dell’arte. Ma la donna abbandonerà la carriera pittorica per dedicarsi all’amato sposato nel 1945 diventandone la maggior promotrice.

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    Jackson Pollock (1912-1956), Untitled, c. 1950
    Jackson Pollock (1912-1956), Untitled, c. 1950; Ink on paper, Sheet (Irregular): 44,5×56,2 cm – Whitney Museum of American Art, New York; Gift of an anonymous donor 74.129 © Pollock-Krasner Foundation / Artists Rights Society (ARS), New York by SIAE 2018

    Gli ampi spazi del nuovo studio a Springs a Long Island permettono a Pollock di sperimentare un nuovo modo di dipingere del tutto inedito, il dripping, un mix tra pittura e ritualità. Le dimensioni dei quadri aumentano facendo perdere al supporto la consueta verticalità in favore di misure che si accostano a quelle del corpo che gli danza attorno nell’atto d’arte. Una danza mistica e rituale che fonde la cultura indiana primitiva con la modernità di un’arte pre-performatica.

    Pollock rompe tutti i canoni pittorici facendo divenire l’atto del dipingere momento d’arte; momenti suggestivi impressi elle pellicole realizzate dal regista tedesco Hans Namuth che ancora oggi affascinano per le sequenze quasi rituali che si susseguono una dopo l’altra.

    La notte dell’11 agosto 1956 la vita sregolata irrompe nella carriera di Pollock irreparabilmente; ubriaco perde il controllo della sua auto schiantandosi contro un albero e trascinando con sé anche la vita di due donne. Jackson Pollock muore a soli quarantaquattro anni dopo un’infanzia e una vita turbolenta vissuta sull’orlo del precipizio.

    Negli anni Sessanta è attiva a New York una generazione di pittori che si allontanano dal realismo e dalla figurazione in favore dell’astrattismo; pittori che vedono in questo genere il segno di un tempo nuovo che avanza, dell’abbandono delle radici europee. Ecco quindi le atmosfere oniriche di William Baziotes, o i forti contrasti cromatici di Clyfford Still. Pennellate che si susseguono come note, gesti lenti e ritmici quelli di James Brooks in cui si intuisce il forte legame personale con Pollock. Linee corpose in cui il bianco e il nero si contrappongono nelle tele di grande formato di Franz Kline, uno dei massimi esponenti della Scuola di New York. O lo stile pittografico ispirato all’arte giapponese di Adolph Gottlieb che fonda assieme a Mark Rothko il gruppo The Ten nel 1935.

    Astrazioni che rompono gli schemi figurativi classici abbandonando la figurazione in favore di un’arte concitata in cui le pennellate si intersecano tracciando percorsi luminosi e vibranti in cui perdersi.

    Ilenia Maria Melis

    Pollock e la Scuola di New York

    Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

    Via San Pietro in Carcere – Roma

    fino al 24 febbraio 2019

    www.ilvittoriano.com

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