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Tempo Barocco, la mostra al Palazzo Barberini

    Vouet, Tempo Barocco la mostra a Palazzo Barberini

    Inaugurata nel nuovo spazio espositivo delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini la mostra a cura di Francesca Cappelletti e Flaminia Gennari Santori, Tempo Barocco: un viaggio in quell’arte barocca caratterizzata dalla ricerca di una migliore resa del movimento nella raffigurazione di gesti e azioni. Un mutare della pittura di carattere storico e mitologico in favore di rappresentazioni più teatrali, cariche di pathos. Composizioni in cui le emozioni si fanno protagoniste attraverso 40 capolavori di artisti italiani e stranieri, attori della cultura barocca: da Pietro da Cortona a Gian Lorenzo Bernini, da Anton Van Dick a Domenichino.

    A scandire il ritmo della mostra il Tempo, protagonista delle opere d’arte nella produzione intensa di nature morte. Un argomento ben enfatizzato nei sontuosi orologi dell’epoca, spesso realizzati da grandi artisti e adornati da personificazioni del tempo associate ai suoi antagonisti: Bellezza, Amore, Verità e Morte.

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    Alessandro Algardi, Allegoria del Sonno, Galleria Borghese
    Alessandro Algardi (Bologna, 1598 – Roma, 1654), Allegoria del Sonno, 1635 – 1639
    marmo nero antico, 48 x 90 cm
    Roma, Galleria Borghese
    Tempo Barocco la mostra a Palazzo Barberini

    Il tempo come fautore della sorte umana, Parca che trancia il filo della vita gestendo il nostro passaggio sulla Terra, capace di plasmare una bellezza che tende a sfiorire con il tempo. Momenti di una vita che si compone nella sequenza degli eventi della storia. Dominare il divenire è l’esigenza della riflessione barocca, in una ricerca di strumenti per misurarne lo scorrere sempre più precisamente. E in questo tentativo gli artisti sono chiamati a rappresentare i vari aspetti del Tempo rendendolo leggibile tramite l’arte e la preziosa manifattura artigianale degli orologi. Opere d’arte che sfidano i confini sopravvivendo, lasciando impronte profonde che regalano loro una seconda vita ma nuove forme e nuovi significati.

    Un tempo che non è solo rappresentazione tramite immagini del mito (vedi Mnemosyne, dea greca della memoria e madre delle Muse), ma anche frutto delle immagini, loro lascito e sopravvivenza in continuo divenire.

    Christian Berentz, L'orologio, Tempo Barocco mostra Palazzo Barberini
    Christian Berentz (Amburgo, 1658 – Roma, 1722), L’orologio, XVIII secolo
    olio su tela, cm 52 x 67
    Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
    ©(MiC) – Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte/Enrico Fontolan
    Tempo Barocco la mostra a Palazzo Barberini

    Un vecchio alato, severo, con una falce in mano attraverso la quale miete inesorabilmente vite umane: è Saturno, o Chronos nella mitologia greca. Spesso associato all’allegoria della Verità, vede contrapporsi il giovane dio dell’Amore, Cupido, anch’egli armato ma di arco e frecce, capace di cambiare la vita degli uomini. Un Amore che vince su tutto, un Amore Vincitore come quello celebrato nel dipinto eseguito da Caravaggio per il marchese Vincenzo Giustiniani bel 1602, oggi conservato alla Gemäldegalerie di Berlino: Cupido sorride trionfante sugli strumenti dell’arte e del potere. Un soggetto divenuto frequente nel XVII secolo grazie alle composizioni realizzate dai pittori toscani ed emiliani; opere in cui si fa sfoggio di virtuosismi tecnici attraverso nature morte dalla straordinaria potenza realistica con libri, armi, tavolozze e clessidre che soggiacciono ad un Amore in grado di sconfiggere il tempo.

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    Guido Cagnacci, Allegoria del Tempo o della vita umana
    Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663), Allegoria del Tempo (o della vita umana), 1650 circa
    olio su tela, 118,2×95,3 cm
    Lampronti Gallery
    Tempo Barocco la mostra a Palazzo Barberini

    Ma chi accompagna la figura di Saturno? A tenere la mano al Tempo, le Ore e le Stagioni, incarnazione dello scorrere e rincorrere del tempo naturale; Bellezza, Verità e Speranza ne sfidano, però, il dominio. E attraverso l’arte l’uomo pensa di sfidare Chronos cogliendo l’occasione fortuita, quel Kairos sempre il bilico, sempre in corsa, così sfuggevole.

    Immagini allegoriche femminili che si fanno protagoniste di rappresentazioni trionfali e decorazioni in dimore aristocratiche: dipinti, affreschi, specchi e orologi che come rintocchi ritmati scanditi la vita quotidiana di palazzo.

    Opere figlie della Vanitas in cui echeggia la caducità delle cose terrene: non solo orologi, ma anche teschi, clessidre, strumenti musicali, frutti e fiori deperiti a causa dello scorrere inesorabile del tempo. Orologi che escono dai dipinti divenendo vere e proprie opere d’arte che rincorrono come cavalli al galoppo la corsa inarrestabile di fuggevoli istanti; traduzioni meccaniche dalla fine eloquenza allegorica.

    Christian Giessenbeck, Orologio con scheletro, Tempo Barocco mostra Palazzo Barberini
    Christian Giessenbeck (Augusta, att. 1640 – 1660), Orologio con scheletro, 1640–1660
    oro, smalti e pietre preziose, h. 10 cm
    Zurigo, Museo Nazionale Svizzero
    Tempo Barocco, la mostra a Palazzo Barberini

    Uno sfilare d’arte che si sforza di esorcizzare l’incombere del Tempo tentando di afferrarlo, catturarlo tramite gesti e movimenti.

    Una pittura che tenta di coinvolgere lo spettatore suscitando in lui, come in una rappresentazione teatrale, sentimenti ed emozioni; scene ritratte nel momento più intenso della loro azione, fermando il tempo, congelando la scena in un istante che meraviglia n passa, dura e rimane impresso negli occhi di chi guarda.

    Ilenia M. Melis

    Tempo Barocco

    Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini

    via delle Quattro Fontane, 13 – Roma

    fino al 3 ottobre 2021

    www.barberinicorsini.org

    Catalogo edito da Officina Libraria

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