Turner, il maestro della luce – Dopo una lunga serie di mostre dedicate all’arte contemporanea, il Chiostro del Bramante si riappropria dell’Ottocento; l’occasione è offerta da un’importante collaborazione con la Tate di Londra e destinata a celebrare un celebre pittore inglese assente dalla scena romana dal oltre 50 anni: Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851).
All Chiostro del Bramante di Roma una mostra che celebra William Turner, pittore inglese della luce in collaborazione con la Tate di Londra.
Il lascito di Turner
A cinque anni dalla sua morte, il lascito Turner andò ad arricchire la Tate Britain di Londra costituendo così una delle più grandi e significative collezioni esistenti dedicate ad un singolo artista. Una raccolta che copre cronologicamente tutto l’arco della sua vita composta da 36 mila opere che includono acquarelli, studi preparatori, bozzetti ad olio e disegni non finiti per uno dei gli artisti più talentosi della sua epoca.
TURNER. Opere della Tate, in mostra fino al 26 agosto 2018, riassume in 92 opere la vita artistica di colui il quale fu soprannominato il “pittore della luce”, considerato un anticipatore dell’Impressionismo; uno sperimentatore che si spingeva sempre nell’esplorazione di nuovi territori ricchi di luce.
La luce di Turner

Turner in mostra a Roma
Turner fu tra i primi portare una ventata di vivacità introducendo nella sua pittura nuovi elementi iconografici e stilistici basati sulla sua predilezione per la luce, gli effetti atmosferici ed i frammenti di colore capaci di donare immediatezza e freschezza alle opere.
Un’arte che nata con i paesaggi incontrarti lungo i viaggi da Londra verso il sud e l’Ovest dell’Inghilterra, il sud del Galles, gli scorci cupi e drammatici dell’Inghilterra, per proseguire poi verso le Alpi svizzere (A Windmill in a Hill anice an Extensive Landacape with Winding River, 1794-95; Windsor from Lower Hope, 1805).
Uno stile personale
Opere private realizzate per se stesso, più sperimentali, private, non inquadrabili nelle convenzioni dell’epoca dettate dal mercato. Tele che celebrano il progresso, la crescita artistica, la capacità di passare dal gusto del tempo ad una sua personale espressione artistica.
Così, ammirando i dipinti, sembra quasi di poter scorger Turner, intento nel suo lavoro, lo sguardo perso nell’infinito orizzonte a catturare frammenti di un bagliore accecante. Una qualità pittorica che sorprende fino a portare l’avventore a dubitare realmente dell’appartenenza di queste cornici di paesaggio all’Ottocento.
I soggiorno di Turner a Roma

Turner in mostra a Roma
Nel corso dei suoi viaggi l’artista ebbe il privilegio di soggiornare nella Capitale dalla quale trasse ispirazione; non rimase insensibile agli scorci romani come testimoniato dall’olio rappresentante una veduta dei Fori: un’opera dal carattere moderno che si discosta dalle vedute realizzate dagli artisti tedeschi in visita a Roma (View of The Arch pf Titus and The Temple of Venus and Roma, from The Arch of Costantine and The Metà Sudans, 1819).
Dorante la sua “vacanza romana”, Turner organizzò anche una mostra che, però, non riscosse il dovuto successo; l’artista fu fortemente criticato dai suoi colleghi che arrivarono a realizzare caricature proprio indirizzate a lui.
La mostra

Turner in mostra a Roma
L’esposizione propone uno sguardo attuale sulle opere di Turner da occhi diversi inseguendo il fil rouge del viaggio, della predilezione dell’artista per le città marinare, per i paesaggi, i rilievi architettonici, gli eventi atmosferici così fumosi ma al contempo densi che annebbiano lo sguardo dell’osservatore.
Si succedono opere che rivelano l’importante ruolo dell’acquerello, messo in discussione da Turner intento nel rappresentare gli aspetti della vita moderna in modo dissimile dagli artisti a lui contemporanei.
Il rapporto con il colore

Turner in mostra a Roma
Un rapporto profondo con il colore dettato dal desiderio di approfondire le ricerche cromatiche di Goethe (Teoria dei Colori) e svilupparne le potenzialità nelle sue opere; diagrammi di nuance utilizzate per creare illusione e profondità nei dipinti così da conferire atmosfere rarefatte e suggestive agli ambienti diurni e notturni.
Un’opera del sublime svolta anche da grandi pittori come Mark Rothko (1903-1970) uno dei più importanti esponenti dell’astrattismo in America, o Claude Monet (1840-1926), influenzato nel suo stile dalle nebbie e dagli bagliori luminosi.
Ricerche che Turner rielaborava all’interno del proprio studio combinando le impressioni di luce e colore e mescolandole con i ricordi e gli stati d’animo generati sul momento per esperimenti estetici personali ed innovativi. Un esempio
Le opere
Contorni tratteggiati rivestiti da colori a cui si aggiungono dettagli di vedute quotidiane lungo le strade di Parigi, di Roma (The Arch of Costantine, 1835), lungo i percorsi di viaggi europei.
Vedute lagunari, atmosfere, soggetti specchio di un universo interiore, della capacità di dipingere en plein air, riuscendo a cogliere quell’attimo così sfuggente eppure fortemente eloquente: una folata di vento, un bagliore improvviso, testimonianze di un tempo irripetibile.
Un maestro, un mago della luce e dei riflessi che si perdono nelle acque della Laguna di Venezia in cui le forme si dissolvono armoniosamente, contemplando orizzonti in cui scorgere quell’infinito specchiarsi nei cieli limpidi i cui contorni sono rarefatti in atmosfere incantate (Coastal Terrain, 1830-45).
Ilenia Maria Melis
TURNER. Opere della Tate
fino al 26 agosto 2018
Chiostro del Bramante
via della Pace – Roma
Per festeggiare il compleanno di Joseph Mallord William Turner, nato il 23 aprile 1775, Chiostro del Bramante offre la possibilità di visitare TURNER. Opere della Tate anche mercoledì 25 aprile e martedì 1 maggio 2018: la mostra sarà aperta dalle 10.00 alle 21.00 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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