Valadier, splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese – Alla Galleria Borghese in mostra un’importante monografica dedicata al più grande e celebre orafo, argentiere e bronzista italiano del Settecento, Luigi Valadier. Circa novanta opere tra sculture sacre, arredi liturgici, argenti, bronzi, suppellettili per la tavola, metalli dorati e disegni in un excursus, unico nel suo genere, nella vasta produzione di Valadier, favoloso interprete del suo tempo.
È il 1759 quando Luigi Valadier rileva la bottega di famiglia aperta dal padre nel 1714 in via del Babuino a Roma. A 260 anni da quella data una mostra indaga sul profondo legame intercorso tra la famiglia Borghese e Luigi Valadier, genius loci della Villa fuori Porta Pinciana, mente creativa al servizio del principe Marcantonio IV Borghese e parte attiva nel progetto di rinnovamento del palazzo affidato all’architetto Antonio Asprucci. Un percorso che offre una panoramica sulle tecniche artistiche con cui Valadier si misurò grazie ad un’importante selezione di oggetti.
Luigi Valadier, orafo e argentiere alla Galleria Borghese

Argento Collezione privata (Ph. Alberto Novelli © Ministero per I Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Galleria Borghese)
Valadier splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese
Figlio di Andrea Valadier, argentiere francese trasferitosi a Roma nel 1714, Luigi (Roma 1726-1785) inizia la propria carriera nella bottega paterna a Roma in via del Babuino, che eredita nel 1759. Brillante innovatore, Luigi Valadier fu eccezionale interprete di un gusto settecentesco basato sullo studio dell’arte antica di matrice prettamente romana. Conoscenze di un mondo antico tradotte in opere realizzate con preziosi materiali che esaudivano il gusto ricercato dei committenti. Tra i più noti mandatari spicca il nome del principe Marcantonio IV Borghese; risalgono già al 1759 i primi lavori eseguiti per la famiglia Borghese come il rifacimento della cappella in Santa Maria Maggiore e di quella del SS. Sacramento in Laterano. Un servizio che Luigi presterà ai Borghese per oltre venticinque anni, fino alla sua morte intercorsa il 15 settembre 1785 come conseguenza di un gesto disperato.
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Lo splendore nella Roma del Settecento

Argento e bronzo dorato Santiago de Compostela, Catedral de Santiago de Compostela
(Ph. Alberto Novelli © Ministero per I Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Galleria Borghese)
Valadier splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese
Una volta entrati alla Galleria Borghese il colpo d’occhio per il visitatore è sorprendente: a sorvegliare l’ingresso di chi si appresta a compiere un viaggio negli splendori settecenteschi, una coppia di monumentali lampadari provenienti dalla Cattedrale di Santiago de Compostela. L’argento ed il bronzo si fondono incorniciando con tralci di fiori Madonne solitarie e Santi che misero in cammino l’Europa verso un percorso di fede e ricerca interiore (Luigi Valadier, Lampadario di Nostra Signora della Solitudine, 1764; Luigi Valadier, Lampadario di san Giacomo Maggiore, 1764).
Un fulgore che abbaglia per la pregevolezza di materiali che brillano di una luce divina che lusinga lo spirito accrescendosi tra i sacri arredi.

Argento e bronzo dorato Santiago de Compostela, Catedral de Santiago de Compostela
(Ph. Alberto Novelli © Ministero per I Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Galleria Borghese)
Valadier splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese
Accanto alle maestose lampade argentee, l’imponente bronzo di San Giovanni Battista proveniente dal Battistero San Giovanni in Fonte al Laterano restaurato in occasione della mostra e per la prima volta godibile nella sua interezza fuori dalla nicchia in cui è solitamente collocato.
Un susseguirsi di sfarzo e bellezza che tra graniti, ori ed argenti brilla della perizia di un artista dotato di lungimiranza e maestria oltre il comune. Opere che emanano lo spirito del Neoclassicismo romano, come l’Erma di Bacco, per tempo ritenuta di antica fattura per i residui dorati e la patina verde ricreata ad arte da Valadier, o l’Antinoo Capitolino dal Louvre, copia firmata e facente parte di una serie di bronzi realizzati per il Conte d’Orsay.

Bronzo parzialmente dorato, alabastro a rose, bianco e nero di Aquitania, africano verde Roma, Galleria Borghese
(Ph. Alberto Novelli © Ministero per I Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Galleria Borghese)
Valadier splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese
Bellezze a confronto che vedono contrapposta la Paolina Borghese di Canova alla Venere Callipigia di Valadier in bronzo, copia di un marmo del I secolo a.C. rinvenuto presso la Domus Aurea ed eseguito dall’artista per Madame du Barry.
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Preziose suppellettili argentee, orologi riccamente decorati, pregevoli cammei augustei monumentalizzati con cristalli di rocca, agate, marmi, ori e bronzi in un trionfo del mondo romano a cui i barbari devono sottomettersi. E ancora, ricostruzioni di ruderi ed integrazioni di antiche opere in uno studio ed amore spasmodico per l’arte antica ed i suoi profondi connotati (Artemisia Efesia, II secolo d.C. restaurata nelle mani e nei piedi da Giuseppe Valadier).

II secolo d. C. (torso), restaurata nel 1786‑1788
Alabastro, bronzo Napoli, Museo Archeologico Nazionale
(Ph. Alberto Novelli © Ministero per I Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Galleria Borghese)
Valadier splendore nella Roma del Settecento alla Galleria Borghese
A chiudere il percorso museale, l’approfondimento regalato dai disegni in un viaggio nel pensiero creativo di Luigi Valadier e della sua bottega; dettagli minuziosi sottolineati dall’inchiostro che imprimono sulla carta il trionfo dell’arte settecentesca.
Ilenia Maria Melis
Valadier. Splendore nella Roma del Settecento
Galleria Borghese
piazzale Scipione Borghese, 5 – Roma
fino al 2 febbraio 2020
CATALOGO OFFICINA LIBRARIA

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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