Villa Adriana a Tivoli, la dimora di Adriano Patrimonio Unesco – Nei pressi di Tivoli, alle porte di Roma, una grandiosa villa, testimonianza unica per ampiezza e caratteristiche architettoniche e decorative: è Villa Adriana, la dimora progettata e fatta costruire dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 133 d.C. lungo le pendici dei monti Tiburtini. Circa 120 ettari di architettura e bellezza per uno dei siti archeologici più belli d’Italia divenuto nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Villa Adriana a Tivoli, la dimora di Adriano Patrimonio Unesco. Un luogo che per progetto e fattezze doveva rievocare edifici e luoghi incontrati da Adriano nel corso dei suoi viaggi; questo doveva essere Villa Adriana a Tivoli, ad oggi uno dei siti archeologici più belli d’Italia, complesso capace di suscitare un fascino quasi ineguagliabile per le sue architetture, per quella grandiosità di cui però non riuscì a godere appieno lo stesso Imperatore ammalatosi e ritiratosi a Baia dove incontrò la morte a 62 anni (138 d.C.).
Spogliata per secoli dei pregiati marmi e mosaici, la Villa cadde in un oblio che durò anni; ormai preda del tempo e dei saccheggi, la dimora di Adriano fu protagonista di scavi archeologici prima per ordine di Alessandro VI (fine del XV secolo), poi del cardinale Alessandro Farnese e del cardinal Carafa, per arrivare a quelli tra il 1550 ed il 1572 compiuti da Pirro Ligorio per conto del cardinale Ippolito d’Este che abbellì le sue ville con i materiali riportati alla luce. Nel 1870 il Governo italiano acquista la Villa dalla famiglia Braschi, iniziando così scavi metodici che regalano preziosi materiali oggi conservati al Museo Nazionale Romano.
Villa Adriana fu meta di artisti ed architetti sin dalla fine del 1400; come non citare personaggi come Antonio da Sangallo, Francesco Borromini e Piranesi che qui trovarono ispirazione per nuove opere.
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Il Pecile

Villa Adriana a Tivoli la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
Attraversato il varco che si apre oltre il Museo Didattico che ospita un dettagliato plastico di Villa Adriana, si situa il Pecile, antico luogo di meditazione ispirato alla Stoà Poikile di Atene (il portico variopinto) in cui erano raccolte le produzioni artistiche dei più grandi pittori greci. Qui un quadriportico lungo 232 metri e largo 97 che abbraccia un giardino al cui interno è ospitata una grande piscina rettangolare; ed è qui che affacciavano le Cento Camerelle, 160 ambienti destinati probabilmente alle guardie dell’imperatore. Un’unica apertura su ballatoi esterni consentiva l’accesso alle camerelle.
L’Antinoeion
Nel 2002, di fronte all’area delle Cento Camerelle, è stato scoperto un tempio che fungeva da luogo della memoria dedicato ad Antinoo, il celebre fanciullo di origine bitinia amato dall’imperatore Adriano e morto tragicamente annegando nel Nilo (130 d.C.). Celebre l’avvenenza di questo ragazzo dai lineamenti aggraziati circondati da una corona di morbidi riccioli; una bellezza ideale divenuta iconografia riproposta in molte statue oggi conservate nei musei.
Una celebrazione di un amore che sfocia nella dedica di un vasto edificio eretto a quattro anni dalla morte del fanciullo e costituito da un’esedra semicircolare preceduta da un recinto che racchiudeva due templi affrontati di cui, ad oggi, non rimangono che le fondazioni; un pilastro in geroglifico del faraone Ramses II e statue in marmo nero di divinità egizie ornavano l’interno.
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Il Teatro Marittimo

Villa Adriana a Tivoli la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
Una piccola isola artificiale (45 m di diametro), delimitata da un canale racchiuso da un portico ad anello sostenuto da 40 colonne, costituisce il delizioso luogo di soggiorno, probabilmente primissima e provvisoria residenza di Adriano. Qui era, infatti, una piccola villa a cui si accedeva mediante due ponti girevoli in legno sostituiti in epoca tardo antica da un ponte in muratura. Al centro un peristilio adornato da una fontana; ai lati, un piccolo giardino, un complesso termale minore, un triclinio e delle latrine.
Era qui che l’imperatore si rifugiava a pensare; percorrendo questi spazi possiamo immaginarlo perso nei propri pensieri mentre passeggia fissando il vuoto, pensando forse a quel fanciullo tanto amato e perduto così prematuramente.
Le terme di Villa Adriana

Villa Adriana a Tivoli la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
La passione dei Romani per le terme è ben nota; per questi, infatti, non rappresentavano un semplice passatempo, ma un vero e proprio rituale, un luogo ricreativo ed un punto di aggregazione. Ed è per questo che non deve sorprendere la presenza a Villa Adriana di Piccole e Grandi Terme.
Le Piccole Terme erano costituite da una grande aula a pianta ellittica con una vasca in ciascuna delle due nicchie (frigidarium), una grande sala a pianta ottagonale (apodyterium), un ambiente a pianta circolare con quattro nicchie e volta a cupola (laconicum) e un altro con vasca (calidarium).
Le Grandi Terme presentavano, invece, un’ampia sala absidata con volta a crociera dotata di vasca semicircolare (frigidarium); un altro ambiente era oltre la palestra a cui si aggiungevano il laconicum (l’ambiente riscaldato destinato al bagno di sudore), il locale delle caldaie ed altri ambienti.
Al contrario di quello che potrebbe tradire il nome dei due complessi termali, erano le Piccole Terme ad essere dedicate alla famiglia imperiale ed ai suoi ospiti; le Grandi Terme erano invece riservate al personale della Villa.
Il Canopo

Villa Adriana a Tivoli la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
Le fascinazioni egizie si avvertono ancora nella valle del Canopo, nome che evoca l località a 15 miglia da Alessandria d’Egitto nota per il tempio di Serapide lungo le sponde del Nilo; la struttura richiama, infatti, un braccio del fiume con annesso delta. Un elegante colonnato correva attorno allo specchio d’acqua adornato da copie di celebri statue greche tra cui spiccano le Cariatidi dell’Eretteo; le donne di Karya guardano il canale in un gioco di riflessi dal fascino intrigante. Dal recinto del Canopo provengono numerose sculture egittizzanti tra cui le raffigurazioni di Antinoo.
Oltre il colonnato, uno scenografico ninfeo ritenuto il tempio di Serapide formato da una grande nicchia ed otto tra circolari e rettangolari, da cui si riversavano copiose masse d’acqua che alimentavano le vasche.

Villa Adriana a Tivoli la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
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I luoghi della Villa

Villa Adriana a Tivoli, la dimora di Adriano Patrimonio Unesco
Risalendo verso la parte più alta della Villa è ciò che resta della Torre di Roccabruna: un basamento quadrangolare in opera listata, in un’alternanza di mattoni e tufelli, che rappresentava probabilmente un belvedere, forse copia di un faro incontrato da Adriano durante i suoi viaggi. All’interno dell’uliveto della Rocca l’Accademia, un rudere forse ad imitazione della torre di Timone nei pressi dell’Accademia Ateniese.
Proseguendo, tre nuclei attorno ad ampi cortili per un’rea di 50.000 mq; questo il Palazzo Imperiale che si aggiungeva al Pretorio, la zona di alloggi riservata alle Guardie Pretoriane. Quattro grandi peristili, la Piazza d’oro, l’Atrio dorico, il Peristilio grande ed il Cortile delle biblioteche componevano il Palazzo tra colonne di cipollino e granito, pilastri scanalati e triclini riccamente decorati. Poi le stanze della Biblioteca greca e della Biblioteca latina, gli Hospitalia, il ninfeo ed il tempio di Venere e la bella veduta della Valle di Tempe con cui si conclude la visita ad una delle più belle ville imperiali del mondo antico.
Ilenia Maria Melis
INFO: Villa Adriana, Largo Marguerite Yourcenar, 1 – Tivoli (RM)
biglietto intero 10,00 Euro
www.coopculture.it/VillaAdriana

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
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