VISITA AL BORGO E ALL’ABBAZIA DI FARFA, GIOIELLO DEL LAZIO – A pochi chilometri da Roma, in Sabina, sorge il borgo di Farfa, antico e pittoresco villaggio in cui è ubicato il più importante monumento religioso del Lazio, l’Abbazia Benedettina di Santa Maria di Farfa. Monumento tra i più insigni del Medioevo europeo, l’Abbazia di Farfa ebbe il patrocinio di Carlo Magno divenendo, nel periodo di massimo splendore, potenza religiosa, politica e culturale.
Tra dolci colline, incastonato nel cuore della Sabina, sorge un piccolo borgo sviluppatosi nel tempo attorno a quello che è considerato il monumento religioso più importante del Lazio, l’Abbazia di Farfa, un gioiello del territorio che merita una visita.
Discendendo la valle che accarezza il fiume Farfa, si giunge ad un portale cinto da alberi verdeggianti che apre ad un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Protagonista indiscussa del piccolo villaggio sabino è l’Abbazia Benedettina di Santa Maria di Farfa, uno dei più famosi e potenti centri monastici del Medioevo che, in passato, grazie alla forte influenza politica e religiosa, si allargò toccando vaste zone dell’Italia centrale.
L’Abbazia di Farfa

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita al borgo e all’Abbazia di Farfa, gioiello del Lazio
L’origine dell’Abbazia di Farfa si perde nell’antichità: sembra infatti che la sua fondazione si possa far risalire al 560/570 d.C. ad opera di S. Lorenzo Siro; l’abbazia sorse sui resti di un tempio dedicato alla dea Vacuna (la dea Cerere) così come testimonia il ritrovamento di diverse strutture murarie e di materiali reimpiegati nella costruzione della chiesa.
Devastato dai Longobardi, il monastero venne ricostruito nel 680 da Tommaso di Maurienne con l’aiuto del duca di Spoleto Faroaldo II e di papa Giovanni VII. A seguito dell’apparizione della Madonna, Tommaso di Maurienne venne esortato a cercare, in Sabina, i resti dì una basilica a lei dedicata e a rifondare la comunità.
Grazie alla sua posizione strategica, il complesso godette della protezione dei Longobardi e dei Franchi affermandosi come uno dei centri più prestigiosi dell’Europa medievale; e fu proprio con l’avvento di Carlo Magno che Farfa divenne un’abbazia imperiale, comandata direttamente dagli imperatori. A questo periodo risale, inoltre, il massimo ampliamento del monastero.
La decadenza dell’Impero carolingio e la penetrazione dei Saraceni furono fatali per l’Abbazia; dopo aver resistito agli attacchi per sette anni, l’abate abbandonò il monastero inviando i monaci tra Roma e Rieti. Occupato dai Saraceni, il monastero fu vittima delle loro scorrerie; cessata la minaccia saracena, l’abate Raffredo fece ritorno a Farfa ed ebbe inizio una prima ripresa che portò al completamento della chiesa (913 d. C.).
L’ultima ripresa di Farfa si ebbe sotto l’abate Ugo I; questi, infatti, organizzò la vita monastica non trascurando le strutture monastiche in cui si svolgevano le cerimonie liturgiche secondo l’uso cluniacense.
LEGGI ANCHE Passeggiate romane, la Basilica di Santa Maria in Trastevere
Santa Maria di Farfa

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita al borgo e all’Abbazia di Farfa, gioiello del Lazio
Varcato il portale tardo romanico di Anselmo da Perugia, ci si ritrova di fronte alla chiesa di Santa Maria di Farfa ricostruita nel 1492 dal cardinale Orsini; la facciata, tripartita e scandita da paraste, è adornata da un pregevole affresco di scuola umbra della fine del ‘400 raffigurante la Madonna col Bambino, Santi e committente. Una volta entrati, volgendosi verso l’ingresso, sulla contro-facciata, è sicuramente l’opera più significativa della basilica, il Giudizio Universale, dipinto a parete con pitture ad olio e realizzato dall’olandese Dirck Barendsz nel 1561.
L’interno di Santa Maria di Farfa si presenta in tutta la sua solennità in un trionfo del Barocco in cui la fanno da padrone i grandi colonnati ed i soffitti in cui sono incastonati fiori dorati.
In fondo alla navata, oltre l’altare, nel soffitto del transetto e nel coro, spiccano le decorazioni a grottesche della scuola dello Zuccari. Impossibile lasciare la chiesa senza aver ammirato altre quattro importanti opere: nelle cappelle di sinistra sono infatti tre opere di Orazio Gentileschi (S. Orsola, Madonna col Bambino, Crocifissione di S. Pietro) e quella che è considerata probabilmente la prima opera di Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio.

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita al borgo e all’Abbazia di Farfa, gioiello del Lazio
LEGGI ANCHE La donna nell’arte, Artemisia Gentileschi
Il monastero

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita al borgo e all’Abbazia di Farfa, gioiello del Lazio
La visita prosegue alla scoperta dei luoghi monastici: la Farmacia, il Chiostro Longobardo, il Chiostro grande, il refettorio e la preziosa biblioteca che raccoglie l’eredità culturale della tradizione monastica. Oltre 45.000 volumi che includono pregevoli codici; leggenda narra che a Farfa sia esistito uno Scriptorium sin dall’VIII secolo quando l’abate Alano compilava il suo Omeliario.
La raccolta include un gruppo di codici di origine farfese consistente in repertori liturgici e cronache del monastero (XVII-XVIII), manoscritti medievali (XI-XV secolo) e frammenti pergamenacei: un affascinante viaggio nella tradizione scritta tra volumi e codici.
LEGGI ANCHE Le ville nobiliari romane, Villa Torlonia
Visita al borgo di Farfa

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita al borgo e all’Abbazia di Farfa, gioiello del Lazio
Oltrepassate le mura monastiche ci si tuffa nel piccolo villaggio in cui sfilano botteghe e negozietti artigiani che affacciano sulle vie ciottolate: un tripudio di profumi in cui si susseguono gesti senza tempo che conservano memorie passate cariche di significato. Paste artigianali, dolci, tessuti e piccoli ricordi per non dimenticare la magia dell’antico borgo di Farfa.
Il nostro viaggio nel piccolo borgo sabino è ormai giunto al termine. Appuntamento al prossimo itinerario alla scoperta di angoli nascosti della nostra bella Italia. E voi avete mai visitato l’abbazia di Farfa?
Ilenia Maria Melis
Abbazia di Farfa
via del Monastero, 1 – Castelnuovo di Farfa (RI)
biglietto intero 5,00 Euro

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
Per maggiori info ABOUT
Sempre studiata, mai visitata (per ora…)! Monumento splendido, la tua descrizione è molto accurata, grazie! Sono sempre in cerca di gite fuoriporta culturali da quando vivo a Roma e Farfa verrà senz’altro messa in agenda.
Te la consiglio per una gita fuori porta è un po’ di relax
Non solo non l’ho mai visitata, ma non ne avevo nemmeno mai sentito parlare! Grazie per questa piccola scoperta!
Allora ti consiglio di farci un salto
Ti ringrazio per il suggerimento anche perché è una zona che conosco veramente poco. Ad agosto, salvo imprevisti, visiteremo Bolsena e la zona circostante ma prendo appunti per il prossimo giro.
Splendida zona anche quella di Bolsena: sono sicura che ti piacerà
Conosco molto poco il Lazio, ma mi sono ripromessa di visitarlo quanto prima. Bellissimo questo borgo e tutta la storia contenuta nella splendida abbazia. L’Italia è piena di piccoli tesori.
hai proprio ragione; ogni giorno scopri nuovi luoghi che vorrei visitare; abbiamo un Paese così ricco di bellezza che nemmeno ce ne rendiamo conto
Sono stata a Farfa diverse volte e l’ho trovata interamente nel tuo scritto. L’associo a un cielo plumbeo di fine estate e non vedo l’ora di tornare, per assaporare nuovamente la pace che quella abbazia mi trasmette…
Ci sono stata diverse volte e mi regala sempre le stesse emozioni, e tanta pace