Visita all’Abbazia benedettina di Montecassino – Metti una gita in Ciociaria, come resistere al fascino dell’Abbazia di Montecassino, monastero benedettino più antico d’Italia, posto sulla sommità di Montecassino, nel Lazio. Un luogo di pace e preghiera che si erge tra le nuvole a 516 metri sul livello del mare. Scopriamo insieme come visitare e cosa vedere nell’Abbazia benedettina di Montecassino.
La strada si inerpica flessuosamente sul Monte Cairo attraversando cuscini di nebbia e nuvole oltre i quali svetta l’Abbazia benedettina di Montecassino, che, insieme al monastero di Santa Scolastica, rappresenta il monastero più antico d’Italia. Culla del monachesimo occidentale, l’Abbazia di Montecassino raccoglie ogni anno migliaia di visitatori attratti dalla storia e dalla bellezza di un importante luogo di culto nel basso Lazio. Un gioiello della Ciociaria che con le sue grandiose costruzioni domina Montecassino e la sua pianura.
Sommario
- Storia dell’Abbazia di Montecassino in pillole
- Dentro il complesso monastico di Montecassino
- Ingresso nella cripta
Storia dell’Abbazia di Montecassino in pillole

(ph. Ilenia Maria Melis)
Visita all’Abbazia benedettina di Montecassino
Fondata nel VI secolo da San Benedetto, l’Abbazia di Montecassino è la più insigne delle abbazie benedettine. Tutto ha inizio con l’arrivo del Santo a Casinum intorno al 529; là dove oggi sorge l’Abbazia, era, circondato da un bosco, un tempio dedicato al Apollo. Il Santo trasforma, così, il tempio nell’oratorio di San Martino e pone accanto l’abitazione dei monaci. Ove era l’altare sacrificale, erige un oratorio dedicato a San Giovanni, primo nucleo dell’attuale basilica.
Qui San Benedetto trascorre il resto della sua vita compiendo numerosi miracoli; si deva a lui, inoltre, la stesura della Regola benedettina, nella quale, assieme ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, aggiunge l’obbligo del lavoro manuale, artigiano e agricolo. Intorno al 547, il 21 marzo, ventuno giorni dopo la morte della sorella gemella Santa Scolastica, San Benedetto abbandona la vita terrena. I due santi sono sepolti nell’oratorio di San Giovanni Battista, primo nucleo dell’attuale Basilica di Montecassino, dove, nei muri perimetrali, sono stati ritrovati nel dopoguerra.

È il 581 circa quando il monastero viene distrutto una prima volta dai Longobardi di Zetone; ai monaci non rimane che rifugiarsi a Roma con l’autografo della Regola. Ricostruito attorno al 718, il monastero viene distrutto una seconda volta nell’883 per opera dei Saraceni; è papa Agapito III a riedificarlo nuovamente nel 949.
Ma il monastero cambia veste con l’abate Desiderio, figlio di Landone, principe di Benevento, che ricostruisce la struttura annettendo un’ampia chiesa che viene consacrata il primo ottobre 1071 da papa Alessandro I alla presenza di vescovi, cardinali, principi, conti e baroni. Una chiesa a tre navate il cui portico è abbellito da mosaici e porte bronzee; una sfilata di venti colonne separa gli spazi interni. Pareti finemente affrescate e un magnifico pavimento musivo completano la decorazione della chiesa.
Un terremoto violentissimo, il 9 settembre 1349, distrugge il monastero e la chiesa che sono ricostruiti tra il 1357 e il 1366. Ma è nel Seicento che la chiesa assume la forma attuale arricchendosi di una sfarzosa decorazione marmorea.
La travagliata storia dell’Abbazia benedettina di Montecassino sembra non aver fine: nell’ultimo conflitto l’Abbazia, dove era rimasto solo l’abate con pochi monaci, viene a trovarsi sulla linea di fuoco coinvolta, suo malgrado, nei duri combattimenti di Cassino, Il 5 febbraio 1944 l’Abbazia viene devastata quasi completamente dal bombardamento aereo alleato e da diversi colpi di cannone; i tre mesi di battaglia che seguono completano l’opera di distruzione.
Il lavoro di sgombero delle macerie è gravoso e dura anni, ma permette il recupero di parte della decorazione marmorea; solo nel dopoguerra l’Abbazia di Montecassino viene ricostruita secondo le linee originarie e riprende finalmente la sua attività.
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Dentro il complesso monastico di Montecassino
Uno dopo l’altro sfilano i grandi chiostri che accolgono i visitatori del complesso monastico di Montecassino; a salutare l’ingresso, al primo chiostro, la Morte di San Benedetto di Attilio Selva, opera bronzea donata dal cancelliere tedesco Adenauer. Ma è nel terzo chiostro che si è colpiti da un senso di meraviglia: un’elegante loggia ci abbraccia di fronte alle statue marmoree settecentesche di San Benedetto e Santa Scolastica; e al centro della piazza, un pozzo armonioso guarda la loggia del Paradiso, dove lo sguardo si apre verso la pianura del Liri e degli Aurunci fin oltre Pontecorvo.
È il momento di salire verso la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate; una lunga scalinata ci separa dalla nostra meta; ormai giunti in cima, un ultimo sguardo al chiostro che si apre alle nostre spalle confondendosi con frammenti di cielo. Oltre un portale si apre il chiostro dei Benefattori, eretto poco dopo il 1510 su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane; qui, le statue settecentesche dei benefattori ci osservano e scrutano. E oltre una cisterna ottogonale si innalza la facciata della chiesa ricostruita dall’architetto Giuseppe Breccia-Fratadocchi (1951).
Dentro, un trionfo aureo di Barocco che, seppur ricostruito dopo la guerra, conserva il suo sfarzo ricco di fascino. Intarsi marmorei disegnano in nostro cammino; in fondo alla navata centrale si erge il presbiterio; una balaustra con dieci puttini recanti simboli ecclesiastici separa i fedeli dal sancta santorum. Le bianche colonne amplificano la luminosità dell’oro; ed è così che l’occhio, abbagliato da tanta luce, quasi non sembra cogliere le tristi mancanze frutto della distruzione bellica.
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Ingresso nella cripta
Spostandosi nella natata di destra, un corridoio irto di stelle conduce all’unico luogo rimasto indenne ai bombardamenti alleati, la cripta. La luce è debole, ma gli occhi colgono ugualmente i bagliori dei mosaici opera di artisti della scuola di Beuron. Solo le pareti conservano il loro originario splendore; ma i mosaici degli inizi del Novecento si integrano magistralmente in un racconto uniforme in cui troneggiano angeli e tralci sinuosi.
Ma è la cappella principale il fulcro di questo luogo; oltre l’altare, le statue bronzee di San Benedetto e Santa Scolastica sorvegliano i due sarcofagi che, però, non contengono le spoglie dei due santi; queste sono, infatti, custodite nell’altare maggiore della cattedrale, in una tomba circondata da preziose decorazioni, al riparo da occhi indiscreti.
Guadagniamo l’uscita risalendo le scale stellate del chiostro per poi percorrere a ritroso il percorso appena intrapreso; altre porzioni di cielo si aprono di fronte a noi da quello che sembra essere un vero Paradiso per l’anima. E comprendiamo il motivo per cui San Benedetto scelse questo luogo a culla della cristianità. I polmoni si gonfiano di aria fresca e un raggio di sole ci accarezza il viso regalandoci un attimo di gioia, una gioia semplice da custodire per i momenti bui.
Ilenia Maria Melis
INFO: Abbazia di Montecassino
via Montecassino s.n.c. – Cassino (Fr)
visite guidate: da 1 a 5 persone 35,00 Euro in totale (ingressi museo e zona antica inclusi); gruppi da 6 persone in su 6,00 Euro a persona (ingressi museo e zona antica inclusi)
dal lunedì al venerdì ore 10:00 – 12:30; Sabato e Domenica ore 10:00 – 12:30

Mi presento, sono Ilenia Maria Melis e vivo a Roma, città dai mille volti, crocevia di culture.
Giornalista & blogger, laureata in Beni Culturali, curiosa per natura, da sempre appassionata di arte, archeologia e viaggi. Nascere in una città come Roma ha sicuramente stimolato il mio amore per l’antichità, per il bello; ogni angolo di questa città è un piccolo gioiello da scoprire, così come ogni borgo della nostra bella Italia.
Il viaggio diviene per me momento di scoperta, conoscenza, sorpresa; emozioni che desidero ogni giorno regalare a chi mi legge piantando il seme della curiosità tra le righe ed il desiderio di conoscere sempre cose nuove, che si tratti di arte o di cibo. E chissà che prima o poi questo semino non germogli e spinga sempre più persone a visitare nuove città, musei, a leggere libri e scoprire quel che di bello si nasconde dietro l’angolo.
Per maggiori info ABOUT
Una bellissima visita questa all’abbazia, la navata centrale mi ha molto colpito.
Si trova abbastanza vicina all’Abruzzo (dove vivo) ed appena si torna a viaggiare devo approfittare e farci un salto, grazie per le info
È un luogo molto suggestivo che merita di essere visitata; inoltre il paesaggio è da togliere il fiato